Personale ristorazione ospedali. L’Azienda sanitaria da mesi nega qualsiasi chiarimento sulle divise
La denuncia della Filcams: le lavoratrici hanno diritto di sapere a chi spetta la pulizia, ma via Degasperi usa la tecnica del rimpallo
Il problema all’apparenza è di quelli semplici: il personale addetto alle cucine degli ospedali trentini, servizio gestito in appalto, deve lavorare indossando sempre una divisa idonea e pulita. La questione si complica quando si cerca di capire, come sta facendo Filcams Cgil da mesi, a chi spetta il lavaggio di questi abiti, dato per scontato che devono sempre essere in condizioni adeguate al lavoro con cibi e alimenti.
Il capitolato di gara per le strutture ospedaliere del Trentino ("Capitolato speciale servizio di ristorazione e servizi ausiliari per la ristorazione”) non è sufficientemente chiaro e su sollecitazione delle stesse addette, Filcams ha chiesto nei mesi scorsi all’Azienda sanitaria, che è il soggetto committente, un’interpretazione che chiarisca il dubbio. Attualmente, nell’incertezza, le lavoratrici da tre anni portano a casa le divise, le lavano a loro discrezione e a loro costo, senza però che questo sia esplicitamente previsto. Il tutto, è bene ricordarlo, sulle spalle di chi ha una paga oraria di 7,5 euro lordi.
Queste lavoratrici, inoltre, subiscono ciclicamente i controlli dell’Azienda sanitaria, che verifica puntualmente, come è giusto, che le divise siano adeguatamente pulite durante le mansioni svolte nelle cucine.
“A fronte di questa situazione e di un disagio crescente tra le nostre iscritte abbiamo chiesto un’interpretazione del bando all’Azienda sanitaria, per comprendere in modo definitivo a chi spetta l’onere della pulizia, se alla ditta appaltante o alla singola lavoratrice – spiega il segretario generale della Filcams Luigi Bozzato -. Le nostre mail non hanno ricevuto mai nessuna risposta se si fa eccezione per quelle in cui venivamo rimpallati da un servizio all’altro. Abbiamo cercato chiarimenti anche telefonici, senza ottenere nulla. Insomma da sei mesi l’Azienda sanitaria sfugge a questa domanda, che pure non è particolarmente complessa. E’ indifferenza, noncuranza, disorganizzazione o incapacità di dare una risposta definitiva?”.
La prima mail risale infatti al 12 febbraio scorso. Nel frattempo la categoria, visto il silenzio dell’Apss, ha incaricato un avvocato di interpretare il bando: per il legame la pulizie delle divise, sulla base della formula riportata nel capitolato di gara, spetta all’azienda che svolge l’appalto.
Sono state fatte verifiche per servizi simili in altre strutture. Nella Rsa le addette al servizio di ristorazione la pulizia delle divise è a carico di chi gestisce il servizio. Analogo trattamento è adottato per i servizi di sanificazione degli ospedali trentini. “La cosa inaccettabile è che non rispondendo alle nostre richieste di chiarimento l’Azienda sanitaria di fatto sta limitando la nostra capacità di dare voce alle richieste delle lavoratrici che rappresentiamo. Che non sia questo lo scopo sotteso a questo continuo rimpallo da funzionario a funzionario?”, conclude il sindacalista.
Trento, 29 luglio 2025