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Poste. Oggi sciopero contro bassi salari e precarietà

Delegazione di Slc del Trentino alla manifestazione di Mestre.

Poste. Oggi sciopero contro bassi salari e precarietà

Lavoratrici e lavoratori di Poste italiane oggi scioperano in tutta Italia e anche in Trentino. La mobilitazione è stata indetta da Slc Cgil e Uil Poste per protestare contro precarietà, lavoro povero e taglio degli organici. Una delegazione di sindacati e lavoratori trentini è questa mattina alla manifestazione a Mestre.

 

Poste ha al proprio interno delle contraddizioni inaccettabili: le condizioni di lavoro dei dipendenti, con i salari fermi, a fronte di un aumento considerevole dei dividendi.

La conferma arriva dai numeri: tra il 2016 e il 2024, i precari sono più che raddoppiati, passando da 4556 dipendenti a termine a più di 10 mila. Nello stesso lasso di tempo c’è stata una costante riduzione dell’organico stabile che, da un complessivo di 132.525 dipendenti, si è ridotto a 109.510.

Una situazione che si riflette anche in regione dove si sono persi oltre 400 posti di lavoro. Una riduzione di personale che si traduce in un taglio dei servizi, anche perché gli organici sono all’osso. In estate chiuderanno numerosi uffici postali per far fronte alle ferie estive. Tra questi Rovereto e Trento ridurranno drasticamente le aperture pomeridiane tra luglio e agosto.

Il servizio del resto è in progressiva riduzione da tempo. L’anno scorso sono stati chiusi 4 uffici postali in modo definitivo a Trento. E la situazione non potrà che peggiorare con il nuovo modello organizzativo. E’ previsto l’accorpamento di due uffici, Vezzano con Trento e Caldonazzo con Pergine. In buona sostanza i postini dovranno partire dal capoluogo o da Pergine per la distribuzione della corrispondenza. Le zone più estese verranno coperte con lo stesso personale se non con meno a causa dei pensionamenti. Tutto ciò produrrà ritardi nelle consegne e minore qualità del servizio. Verranno anche tagliate 42 zone di consegna tra business e portalettere su tutto il territorio provinciale con relativo ampliamento delle zone.
A fronte di ciò Poste continua la sua politica di rafforzamento della rete commerciale con la creazione della nuova rete corriere: 69 nuovi assunti che lavoreranno per 39 ore settimanali, invece che 36, e i cui turni saranno definiti da un algoritmo. “
Un progressivo peggioramento della qualità del lavoro che non farà altro che deteriorare il clima”, fa notare Jacopo Spezia della Slc del Trentino che ricorda con rammarico come questo quadro di disorganizzazione e disinvestimento sul personale stia portando molti dipendenti a scegliere di lasciare il posto fisso per cercare occasioni migliori altrove. Un’analisi che condivide anche Concetta Inga, segretaria regionale della Uilposte: “Ci troviamo davanti ad un' azienda che ormai parla solo agli azionisti a discapito delle sue lavoratrici e dei suoi lavoratori. Un' azienda che tanto sbandiera ai sette venti la creazione di nuovi posti di lavoro ed una crescita occupazionale senza precedenti si scontra però con la dura realtà. Ciò che è aumentato è solo il precariato ed il lavoro povero. É impensabile che in una città come Trento si possa vivere con soli 800€ al mese che è pari al costo dell'affitto. Le dimissioni volontarie oramai sono all'ordine del giorno, pressioni psicologhe, carichi di lavoro eccessivi, sicurezza sul lavoro dimenticata solo per il vile profitto fanno scappare i colleghi che decidono di trovare altre alternative più dignitose per la propria vita”.

In questo quadro si inserisce anche l’atteggiamento oppositivo che i sindacati registrano in alcune filiali sui referendum. Spezia denuncia il fatto che siano stati fatti sparire i volantini. “Il referendum è un’occasione per migliorare la qualità del lavoro, modificando leggi ingiuste. Non chiediamo a Poste di schierarsi dalla nostra parte, boicottare l’informazione alle lavoratrici e ai lavoratori però non è accettabile”, conclude Spezia.

 

Trento, 3 giugno 2025

 

 

 

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