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Accoglienza. Lavoratrici e lavoratori lasciati soli dalle istituzioni

L’ennesima denuncia dei sindacati: “Per loro un muro di silenzio e dinieghi. Basta strumentalizzazioni politiche”

Accoglienza. Lavoratrici e lavoratori lasciati soli dalle istituzioni

I lavoratori e le lavoratrici del sistema di accoglienza, profondamente preoccupati per la situazione perdurante di rischio nelle residenze e a seguito dei recenti disordini, esprimono la loro forte delusione e frustrazione per l'assenza di risposte concrete da parte delle autorità politiche.

Le scriventi sigle sindacali denunciano l’inaccettabile comportamento di indifferenza e silenzio che i decisori politici stanno assumendo nei confronti di lavoratori e lavoratrici che, nonostante le gravissime condizioni di insicurezza e incertezza in cui versano, stanno continuando a svolgere il proprio lavoro con impegno e responsabilità.

Con il presente comunicato, inoltre, dipendenti e sindacati intendono formalmente prendere le distanze da qualsiasi strumentalizzazione politica a fini propagandistici che, anziché affrontare con serietà la questione dell’accoglienza, rischia solo di aumentare forme di ostilità nei confronti della popolazione migrante forzata.

In particolare, riteniamo inaccettabile la tendenza a criminalizzare tutti gli ospiti e le persone straniere in generale, a causa dei comportamenti disfunzionali di alcuni individui fragili e bisognosi di presa in carico o a causa di violenti recidivi noti che continuano a rappresentare una minaccia per la sicurezza e la tranquillità delle comunità locali. Sebbene la pericolosità di alcuni pochi individui sia nota queste persone non vengono allontanate dalle strutture, a causa di carenze nel sistema di gestione dell'accoglienza e di mancanza di coordinamento tra le autorità competenti.

Alla politica chiediamo un’assunzione di responsabilità concreta, che metta in discussione un modello di accoglienza che sta manifestando tutta la sua inefficacia. Chiediamo un ripensamento del sistema, basato su un approccio di accoglienza diffusa, con la messa in campo di risorse economiche adeguate a garantire percorsi di inclusione sociale di lungo periodo.

Riteniamo che sia fondamentale affrontare i problemi dell'accoglienza con un approccio olistico e inclusivo, che tenga conto delle esigenze e delle fragilità delle persone coinvolte, garantendo il diritto alla sicurezza sul lavoro per le operatrici e gli operatori eil benessere sociale di tutta la comunità.
Pertanto, lanciamo un appello a tutti i soggetti attivi del territorio, comprese le istituzioni, a partecipare a un processo di costruzione di un modello alternativo di accoglienza che parta dal basso e sia realmente efficace.
Invitiamo le istituzioni a uscire dalla logica di strumentalizzazione politica e a lavorare insieme a noi per trovare soluzioni concrete e durature ai problemi dell'accoglienza, comprese le misure efficaci per gestire i casi di violenti recidivi noti. Siamo pronti a lavorare insieme per costruire un futuro migliore per le persone che accogliamo, per le lavoratrici e lavoratori che accolgono e per il nostro territorio.

 

Trento, 16 aprile 2025

 

 

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