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Dati Excelsior. “Si conferma la bassa qualità della domanda di lavoro delle imprese in Trentino”

Per i sindacati l'aumento delle difficoltà di reperimento di personale ha due ragioni: la crisi demografica e la scarsa attrattività di occupazioni precarie e poco qualificate.

“I dati della Camera di Commercio sulla rilevazione Excelsior confermano quanto emerso fin dalla ripresa post-Covid. Aumentano infatti le difficoltà delle imprese di reperire la manodopera mentre si conferma la bassa qualità della domanda di lavoro delle aziende in Trentino.
A certificarlo da una parte sono le tipologie contrattuali offerte ai potenziali candidati che nell’88,8 % dei casi sono precarie, stagionali e a tempo determinato, mentre, d'altra parte, i profili professionali ricercati per il 61% sono in ambiti economici a bassa qualificazione e bassa produttività ossia pubblici esercizi, ristorazione, pulimento, commercio, logistica.
Di contro le imprese trentini cercano laureati solo nel 9,3% dei casi (meno della metà delle occupazioni disponibili a chi ha solo la scuola dell'obbligo), mentre i nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato sono solo l’11,2% del totale (in Alto Adige sono il 24,6% e in Italia il 18,6%).
Ecco allora che è più facile interpretare il motivo per cui la difficoltà di reperimento crescono in tutti i settori, non solo quelli in cui sono richieste competenze elevate.
Accanto all’acuirsi della crisi demografica che non viene risolta a causa di miopi politiche restrittive su immigrazione regolare e integrazione dei cittadini stranieri, si affianca la scarsa attrattività di occupazioni spesso instabili, poco qualificate e a bassa retribuzione.
Ecco perché è ancora più urgente agire subito con misure straordinarie per sostenere, da un lato, gli investimenti innovativi delle imprese così da rafforzare la nascita di posti di lavoro di qualità e spingere la crescita della produttività. Dall'altra parte serve però che le imprese scommettano finalmente fino in fondo sulla contrattazione territoriale e aziendale per rafforzare le dinamiche salariali, la stabilità dell’occupazione, i meccanismi di partecipazione e gli strumenti di welfare, in particolare per i giovani e le donne. Bisogna ripartire da quanto messo nero su bianco nel documento conclusivo degli Stati generali del lavoro ormai tre anni fa e far sì che il patto sui salari individui misure concrete di sostegno alla contrattazione e agli investimenti privati usando tutte le leve a disposizione della Provincia autonoma. Non c'è tempo da perdere.”

Trento, 15 gennaio 2025

 

 

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