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Edilizia pubblica. “L’illegittimità costituzionale delle norme volute dalla Giunta era chiara”

Per i sindacati è la prova che violare la Costituzione non paga e che non si risolvono così i problemi abitativi che intanto sono peggiorati.

Dichiarazioni di Andrea Grosselli (CGIL del Trentino), Michele Bezzi (CISL del Trentino) e Walter Alotti (UIL del Trentino)

“A cinque anni e mezzo dalla sua adozione, la norma, introdotta dalla Giunta Fugatti, con la quale si voleva impedire l’accesso agli alloggi pubblici e al contributo al canone d’affitto in Trentino ai cittadini con residenza in Italia da meno di dieci anni, è stata finalmente dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale.
Ancora una volta il Governo della Provincia autonoma di Trento ha violato la Costituzione nonostante già da tempo si conoscessero i diversi precedenti nei quali la Corte Costituzionale aveva già espresso un medesimo giudizio.
Già è assurdo che l’Autonomia, invece di mettersi al servizio della Costituzione, né violi il dettato a soli fini demagogici e strumentali. Lo è oggi ancor di più per il fatto che quella norma, così discriminatoria e ingiusta, non ha portato alcun beneficio alle famiglie trentine, perché il problema abitativo non solo non è stato risolto, ma semmai è stato acuito proprio dall’inerzia del Governo Fugatti. E’ questa la riprova che slogan come “Prima i Trentini” sono solo fumo negli occhi.
Tra l’altro come riporta puntualmente il bilancio sociale di Itea in questi anni il rapporto tra inquilini con passaporto italiano e quelli di origine straniera non è mai mutato. Nel 2019 i cittadini italiani erano ben il 91% degli inquilini Itea, contro il 7% di inquilini con passaporto di un paese extra Ue. Nel 2023, ultimo dato utile, la proporzione era la stessa: 91% a 7%. Questo perché già al proprio interno la legge provinciale sull'edilizia abitativa pubblica conteneva meccanismi che privilegiano proprio i nuclei familiari che hanno da più tempo investito sul radicamento in Trentino.
Cosa siano allora serviti tutti i soldi spesi dalla Provincia per avvocati e appelli di fronte ad una sentenza quasi scontata è difficile comprenderlo. Se lo stesso impegno e lo stesso tempo fossero stati usati per risolvere il problema casa in Trentino, oggi probabilmente avremmo una situazione migliore rispetto a cinque anni fa”.

Trento, 3 gennaio 2025

 

 

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