Famiglie cooperative. Filcams non firma il nuovo contratto integrativo
Il segretario Bozzato: “Non possiamo accettare deroghe agli accordi nazionali a fronte anche di un peggioramento economico. Unico passo avanti l’assunzione di un impegno al risanamento per le aziende che hanno bilanci negativi. Ma è solo un intento”
Un’incomprensibile accelerazione nella trattativa sul rinnovo del contratto delle famiglie cooperative ha portato la Filcams Cgil a comunicare ieri sera via mail la decisione di non sottoscrivere l’accordo e dunque di non partecipare, oggi pomeriggio, all’incontro per formalizzare la firma. Incontro che è stato convocato da via Segantini ieri dopo le 21. “Abbiamo deciso di non sottoscrivere l’intesa perché mancano le condizioni per noi indispensabili a rinnovare il contratto. Oltre che una questione di merito, però, poniamo una questione di metodo. Abbiamo presentato delle osservazioni e avremmo auspicato un confronto anche su questi contenuti. La nostra proposta di mediazione, invece, è caduta nel vuoto e a questo punto per coerenza con il mandato dei nostri iscritti non sigliamo l’accordo”.
Filcams ha ritenuto non accoglibili le richieste di deroga ai contratti nazionali che le Famiglie cooperative vogliono introdurre su banca ore per i part time, contratti a chiamata, estensione della stagionalità e flessibilità. “Non ci siamo posti in posizione di muro, però abbiamo ribadito che non possiamo sottoscrivere deroghe che vanno incontro alle richieste di flessibilità organizzativa delle aziende ottenendone in cambio anche un peggioramento delle condizioni retributive, con l’introduzione di una quota variabile consistente del contratto legato ai risultati aziendali”.
Altro punto centrale per Via Muredei era l’impegno a mettere nero su bianco la transitorietà dell’accordo sulla variabilità. “Se è una situazione emergenziale come tale va gestita. Per noi non c’è questa assunzione di impegno, rimarca Bozzato, che sottolinea comunque un passo avanti nell’individuazione del principio per cui le famiglie in crisi dovranno avviare un tavolo sul risanamento entro due mesi dalla presentazione del bilancio. “E’ un principio innovativo di cui rivendichiamo l’importanza. Così come formulato però al momento si traduce solo in una dichiarazione di intenti, non in una sufficiente assunzione di responsabilità. Crediamo al contrario che si debba fare un passo avanti con un ragionamento più ampio di sistema. Accanto allo sforzo indispensabile delle 15 coop che più subiscono gli effetti della concorrenza affrontando le difficoltà anche attraverso le fusioni, l’assunzione di responsabilità e gli strumenti di solidarietà debbono coinvolgere tutti le 65 cooperative”, conclude Bozzato.
Trento, 20 dicembre 2024