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Violenza di genere. Lo sconcerto Cgil: se la vittima è vestita la molestia subita resta

I coordinamenti donne Cgil e Spi: scelte di questo tipo rischiano di frenare il difficile processo di emancipazione culturale

In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza non possiamo non manifestare lo sconcerto che abbiamo provato questa mattina leggendo di un caso di molestia sessuale ai danni di una giovane donna. L’autore ha ottenuto un considerevole sconto di pena perché la vittima era vestita quindi la molestia, che non viene messa in discussione come fatto avvenuto, risulta meno grave.

 

Per noi anche questo episodio non fa altro che allungare purtroppo la lista di scelte alquanto discutibili, almeno agli occhi di noi profane, assunte nei casi di molestie e violenza sessuali in varie aule di tribunale nel nostro Paese. Casi in cui la vittima ha subito violenza due volte, mentre per chi ha commesso il reato si sono trovate attenuanti legate all’abbigliamento, all’atteggiamento, a qualche bicchiere di troppo, allo stato di alterazione e addirittura ai secondi necessari per reagire opponendosi alla violenza.

 

Siamo consapevoli che le sentenze non si commentano. Crediamo però che scelte di questo tipo rischino di frenare un difficile processo di emancipazione culturale che dovrebbe coinvolgere tutte e tutti, rimettendo al centro il valore del rispetto e condannando con forza una cultura patriarcale basata anche sulla prevaricazione sessuale. La violenza contro le donne trova terreno fertile anche in queste situazioni.

 

 

 

 

 

Trento, 4 ottobre 2024

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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