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Studenti stranieri. Integrazione indispensabile, si investa sull’inclusione

Grosselli (Cgil): è una priorità che investe la scuola e la comunità. Un errore l’aver tagliato i fondi per accoglienza

L’integrazione degli studenti stranieri, molti dei quali nati in Trentino, sono una priorità se veramente vogliamo investire sulla coesione sociale della nostra comunità. Per questa ragione, in linea con le affermazioni del sovintendente Giuseppe Rizza e della presidente dell’associazione dei presidi Maura Zini, restiamo convinti che la scuola sia una palestra fondamentale per esercitare integrazione sul piano linguistico, culturale e sociale. E’ altrettanto chiaro, però, che la scuola non può farsi carico da sola di questo compito complesso quanto necessario”. Lo afferma il segretario della Cgil del Trentino, Andrea Grosselli, che si dice concorde sulla necessità di creare reti di collaborazione e integrazione fuori e dentro le aule. Grosselli aggiunge: “Da una parte è giustissimo pensare che il processo di integrazione debba riguardare l’intero nucleo familiare non solo i ragazzi e i bambini. Per questo il ruolo delle associazioni, ma anche di tutti i soggetti preposti all’integrazione deve essere massimo. Non possiamo, però, dimenticare che da cinque anni su questo fronte assistiamo a tagli continui dettati da una visione politica miope. Il tema non è definire un limite di alunni stranieri per classe o peggio confinare tutti i ragazzi stranieri in classi che diventerebbero immediatamente dei ghetti, ma mettere le famiglie straniere nelle condizioni di integrarsi. Allo stesso tempo la scuola va sostenuta con un potenziamento delle figure di mediatori, facilitatori culturali ed educatori, oltre che di insegnanti formati ad hoc per colmare i gap linguistici e culturali. Ci è noto che le risorse sono state aumentate, ma non sono ancora sufficienti. Se si investe oggi sull’inclusione sociale delle seconde generazioni avremo una comunità più coesa, dunque minori livelli di disagio sociale e anche di degrado, tema che sta tanto a cuore all’attuale maggioranza di governo. Peraltro non investire nell’integrazione dei più giovani vuol dire condannarli da subito alla marginalità sociale, con costi altissimi per la collettività nel medio termine”

 

 

 

 

Trento, 4 ottobre 2024

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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