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Muse: Livelli occupazionali salvi, ma fino a quando?

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Muse: Livelli occupazionali salvi, ma fino a quando?

 

Con la sottoscrizione degli accordi con le nuove cooperative aggiudicatarie dell’affidamento dei servizi educativi e di custodia del Muse, la FP CGIL ha garantito, dopo un’intensa negoziazione, il sostanziale mantenimento dei livelli occupazionali, senza disperdere né svendere il patrimonio di professionalità già presente in museo. In particolare tutti i lavoratori già impiegati nei servizi educativi e di custodia sono stati assorbiti dai nuovi affidatari con l’inquadramento corretto e mantenendo il monte orario individuale fin qui adottato. Inoltre siamo riusciti a far applicare il CCNL di riferimento per i servizi museali, il CCNL Federculture in luogo dei contratti collettivi più poveri fin qui adottati.

Tutto bene, dunque? Non proprio.

Nel corso della negoziazione sono emersi tutti i limiti che avevamo denunciato con forza rispetto alla procedura di affidamento dei servizi. Anzitutto una generale sottovalutazione complessiva del costo del lavoro a fondamento della base d’asta. Quindi l’assoluta insufficienza delle ore dei servizi educativi in appalto (20,000 ore annue) a fronte delle ore fin qui impiegate dal personale in forza (più di 40,000 ore annue). Con questa condizione di partenza è chiaro che il mantenimento dei livelli occupazionali sia sostanzialmente una scommessa basata sulla disponibilità dichiarata ai lavoratori nei mesi scorsi dalla Giunta Provinciale di estendere i servizi educativi indicati a base d’asta proprio al fine di conservare intatti gli attuali livelli occupazionali. È indispensabile oggi considerare che senza un intervento diretto della PAT in tal senso, la soluzione trovata non sarà sostenibile nel lungo periodo e inevitabilmente ciò significherà avere quei licenziamenti che per ora abbiamo evitato. La FP CGIL si attiverà fin da subito perché questo risultato possa consolidarsi, partendo da quanto oggi dichiarato in audizione alla V Commissione del Consiglio Provinciale e chiedendo all’Assessora Gerosa nei prossimi giorni un incontro per confermare gli impegni presi con i lavoratori. Resta la sensazione di aver perso un’occasione. C’era la possibilità di implementare il modello educativo e museale del MUSE rendendolo più ricco e professionale e di risolvere al contempo l’annosa situazione di questi lavoratori. Si è preferita una soluzione che fin da subito è apparsa povera e problematica, una soluzione che oggi deve vedere profonde implementazioni per poter concretamente funzionare. Vale anche la pena a fronte di quanto dichiarato dal Muse in V commissione fare qualche precisazione. La FP CGIL non ha in alcun modo avallato la procedura di affidamento. Siamo stati contattati per una riunione informativa a monte della procedura e ci è stato presentato uno schema di capitolato tecnico di appalto privo di alcuni elementi fondamentali quali il numero delle ore allocate sui singoli servizi e il calcolo della base d’asta. Inoltre nel corso della procedura più volte i soggetti partecipanti hanno obiettato sul calcolo della base d’asta tanto che diversi soggetti interessati hanno preferito poi non presentare alcuna offerta. La complessa procedura scelta consentiva di estendere la prima fase in modo da modificare il capitolato e attendere l’insediamento del nuovo direttore, è stato il MUSE ad accelerare il tutto mantenendo pervicacemente inalterato il capitolato e vanificando così i vantaggi della procedura scelta. Infine a tutt’oggi il Muse non ha mai risposto sul punto fondamentale della questione: su che base si sia determinato in 20,000 ore annue l’ammontare delle ore dei servizi educativi alle scuole ed ai gruppi. Con premesse simili si conferma come l’origine delle problematiche che hanno contraddistinto questi affidamenti nel corso degli anni siano da ricercare nell’assoluta autoreferenzialità della gestione del Muse. Ci auguriamo che con l’individuazione del nuovo direttore si possa assistere all’inizio di un nuovo corso e di una programmazione di lungo periodo che non veda il solito sfruttamento di questi giovani lavoratori, ma che sia davvero un modello per lo sviluppo futuro dell’intero sistema museale trentino. Da parte nostra non verrà meno l’attenzione sia alla situazione del Muse che all’intero sistema museale.

 

Trento 19 settembre 2024

Per la FP CGIL del Trentino

 

Luigi Diaspro

Alberto Bellini

 

 

 

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