Ennesimo incidente mortale sul lavoro. “Inaccettabile morire di lavoro, servono misure incisive di p
Cgil: è la decima vittima in nove mesi. Gli eventi mortali accertati dall’Inail sono raddoppiati in un anno. Quattro gli under 30 deceduti quest’anno. Anche per questo è colpevole restare inerti
La Cgil e la Fillea del Trentino esprimono profondo sconcerto e rabbia per l’ennesimo incidente mortale sul lavoro che è costata la vita ad un ragazzo di soli 25 anni, questa mattina nei boschi della Val Sadole. La vittima è stata travolta da un tronco. In attesa che si accertino le dinamiche di quanto accaduto e le eventuali responsabilità, il sindacato di Via Muredei esprime in primo luogo vicinanza e solidarietà ai familiari e ai colleghi del boscaiolo.
E’ il quindicesimo lavoratore per il quale viene denunciato un infortunio mortale quest’anno. Ancora una volta è un ragazzo nel fiore degli anni a perdere la vita, il quarto in un anno a non aver potuto nemmeno raggiungere i trent’anni.
Un elenco che si allunga mese dopo mese, con un aumento considerevole rispetto allo scorso anno. Gli eventi mortali accertati dall’Inail fino a luglio, ultimo dato disponibile, sono stati 9, nello stesso periodo dello scorso anno erano stati 5. Con la decima vittima di oggi in un anno i morti per cause di lavoro sono raddoppiati.
Che ci piaccia o no siamo di fronte ad una situazione in drammatico peggioramento, per arginare la quale si sta facendo ancora troppo poco. Lo dicono purtroppo i dati delle morti sul lavoro, così come quelle degli infortuni che in un anno sono aumentati dell’8%. Le cifre sono importanti per fotografare questo drammatico fenomeno, ma non si dovrebbe mai dimenticare che dietro ogni numero c’è la vita spezzata di una donna o di un uomo, una persona strappata agli affetti più cari o infortuni spesso con conseguenze gravi.
Per questa ragione sarebbe finalmente ora che a tutti i livelli, accanto alle parole di sconcerto, si affiancassero azioni concrete di prevenzione e controlli più serrati. Purtroppo però non possiamo che registrare, incidente dopo incidente, una colpevole inerzia della Provincia, mascherata da fatalismo. Non si possono fare prevenzione né controlli puntuali se non ci sono sufficienti risorse umane e oggi gli enti ispettivi sono in grave sotto organico. Sottovalutare questo problema oggettivo, significa essere complici di un fenomeno, quello delle morti sul lavoro, che va contrastato con ogni sforzo. Per questo dopo mesi di inerzia serve dalla Giunta provinciale un intervento straordinario anche dal punto di vista degli investimenti.
Gli incidenti mortali hanno riguardato in massima parte il comparto delle costruzioni (9 eventi su 15) e quello agricolo. Gli infortuni spesso coinvolgono i lavoratori stranieri: il 33% delle volte l’incidente sul lavoro coinvolge un immigrato. Lavoratori che spesso hanno difficoltà con la lingua e che non di rado si trovano in una condizione di maggiore bisogno e quindi più soggetti anche alle pressioni dei datori di lavoro. Quattro i giovani che hanno perso la vita sul lavoro solo quest’anno: accanto al boscaiolo di 25 anni morto oggi nei boschi sopra Ziano di Fiemme, vanno ricordati Gavrila Grad, operaio di 26 anni investito da un tronco nel piazzale della propria azienda in val di Non, Federico Facchini, operaio edile di 20 anni di Roncone, morto in un incidente stradale di ritorno da un cantiere e John Floriani Sebastiani l’operaio rocciatore di 27 anni precipitato mentre era intento in operazioni di disgaggio sul Calisio.
Trento, 19 settembre 2024