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Sanità. Fp Cgil non firma l’accordo sugli arretrati 2022-23

Diaspro: nessun concreto recupero del potere d’acquisto per le lavoratrici e i lavoratori. Così sempre più difficile risolvere le carenze di organico e garantire la tenuta del sistema sanitario provinciale

Fp Cgil del Trentino non ha firmato questa mattina l’accordo per gli arretrati 2022-23 delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità pubblica trentina. La scelta, che si pone in linea di coerenza con la non sottoscrizione del Protocollo politico di luglio e dell’accordo per le autonomie locali, trova ragion di essere nel fatto che gli aumenti previsti non consentono nessun reale recupero del potere d’acquisto e certificano, al contrario, la perdita definitiva di quasi il 4% rispetto all’indice Ipca del biennio. “Leggiamo proclami con cui si rivendica di aver rinnovato con risorse mai viste il contratto 22/24 della sanità pubblica trentina ed altri in cui si dice che per trattenere il personale e favorire la partecipazione ai concorsi occorre rafforzare i salari e premiare le competenze – dichiara Luigi Diaspro, segretario provinciale della Fp Cgil -. Delle due l’una: o si riconosce che il contratto rinnovato non ha rafforzato i salari, e su questo saremmo evidentemente d’accordo, o che questo problema sia di competenza altrui e non del sindacato, e su questo invece occorrerebbe assumersi appieno ciascuno le proprie responsabilità”.

Fp Cgil, dunque non fa marcia indietro ed è certa che l’accordo contribuisce ad ampliare il divario col resto del Paese e col vicino Alto Adige dove si sta ragionando su un aumento sul triennio 22/24 di almeno il 12% sui soli tabellari.

La logica del meglio poco che niente continua ad alimentare la spirale che ci ha spinto agli ultimi posti in Europa per livelli salariali, con la fuga continua di personale della sanità pubblica che non ce la fa più a sopportare questi ritmi di lavoro e a reggere con questi livelli di retribuzioni a fronte di responsabilità enormi, aggressioni continue e svalorizzazione del proprio ruolo sociale”.

 

La categoria della Cgil, insiste dunque sul fatto che l’unica strada per fermare la fuga del personale già in servizio e attrarne di nuovo è la valorizzazione professionale ed economica delle lavoratrici e dei lavoratori. In tal senso sollecita ancora una volta la revisione dell’ordinamento professionale, l’armonizzazione tra il contratto provinciale della sanità e quello delle autonomie locali e l’aggiornamento anche normativo degli accordi a partire dal tema della conciliazione dei tempi vita lavoro.

Per quanto riguarda infine il rinnovo anticipato del triennio 25/27 per Via Muredei “è solo uno specchietto per le allodole, con l’ulteriore perdita del potere d’acquisto dei salari dei pubblici dipendenti trentini e l’introduzione di un modello contrattuale del tutto improprio per i settori pubblici”.

 

 

 

Trento, 12 settembre 2024

 

 

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