Itea. La Provincia ha fatto cassa sulle famiglie più deboli. Così si aumenta la povertà
Faggioni (Sunia): più che raddoppiate le famiglie che pagano i canoni più alti. Non sono più ricchi, ma è l’effetto della mancata indicizzazione dell’Icef. Contrari al blocco delle graduatorie per il 2025
Tra il 2022 e il 2023 è esploso, per Itea, l’incasso da canoni è esploso: lo scorso anno le famiglie con un alloggio a canone sociale, pur essendo diminuite (da 9.228 nuclei del 2022 a 9.129 nuclei nel 2023), hanno pagato affitti ad Itea per 18,5 milioni di euro, contro i 16,6 milioni del 2022, quasi 2 milioni di euro in più in un anno (+10,9%). Un salasso che ha una spiegazione abbastanza semplice. In un anno infatti è più che raddoppiato il numero di inquilini che paga i canoni più alti, ossia quelli nella fascia Icef tra 0,23 e o,34 (+127%).
“Sono due anni che denunciamo con forza il pericolo di impoverire le famiglie che oggi è diventato realtà. Infatti i nuclei in casa Itea non sono diventati miracolosamente più ricchi da un anno all'altro, anzi hanno perso potere d’acquisto e sono più poveri. Solo che è cresciuto il reddito nominale e dunque l’indice l’Icef su cui si calcolano i canoni. Con il risultato che pur avendo subito l’inflazione e avendo visto ridotta la propria capacità di spesa gli inquilini pagano di più. Un cortocircuito che produce anche un aumento delle morosità e di conseguenze degli sfratti perché, pochi forse lo sanno, ma ad un inquilino moroso Itea applica subito il canone di mercato. Assurdità su assurdità che va a colpire le famiglie più in difficoltà”. Lo dice Manuela Faggioni, segretaria del sindacato inquilini della Cgil. L’unico modo per contrastare questa situazione è indicizzare l’Icef all’inflazione.
“E’ una scelta che la Giunta potrebbe mettere in campo in tempi rapidi. E chiediamo coerenza a chi ha messo l’emergenza abitativa in cima alle priorità di legislatura. Questo permetterebbe non solo di avere canoni più rispondenti alla reale condizione economica dei nuclei familiari, ma anche definire criteri più equi per l’accesso in graduatoria e per le esclusioni”. Invece in Piazza Dante pensano di chiudere per un anno la possibilità di fare domanda per gli alloggi popolari. Una proposta che Sunia boccia. “Non è questa la soluzione per soddisfare la domanda di alloggi sociali. Ci propongono un gioco di prestigio, ma non si risolve l’emergenza casa se non si immettono sul mercato nuovi alloggi. E’ l’aumento del numero di alloggi fermi dimostra il fallimento di Itea su questo fronte. Dobbiamo costruire soluzioni per l’emergenza”.
Altro nodo critico è la questione sfratti. “Con la fine dell’anno scadrà la sospensione degli sfratti. Visto il numero in crescita degli alloggi non disponibili per mancata ristrutturazione è necessario che la Provincia si assuma le proprie responsabilità e proroghi la sospensione. Siamo consapevoli che è una soluzione tampone perché per tante famiglie che evitano lo sfratto ce ne sono altrettante che restano in lista d’attesa senza una casa. Dunque chiediamo anche maggiori risorse per l’integrazione al canone d’affitto”.
Il tema sfratti richiede soluzioni anche sul piano privato. “E’ importante ampliare il numero di comuni che applicano il canone concordato. Oggi in Trentino sono cinque, ma la Provincia può attivarsi col Cipe per estendere questa modalità almeno agli alloggi dove più forte è la pressione turistica per facilitare l’immissione sul mercato di alloggi per famiglie e lavoratori a fronte di uno sconto fiscale per il proprietario”. Questo come primo passo, perché in Via Muredei restano convinti che il tema della speculazione degli alloggi turistici che sta mettendo in ginocchio moltissime famiglie si contrasti anche con la leva fiscale. “La Provincia deve fare scelte forti sul piano fiscale per ridurre la speculazione e incentivare gli affitti non turistici”.
I temi sono urgenti e per questa ragione nei giorni scorsi Sunia ha scritto all’assessore sollecitando la convocazione del Tavolo per la casa. “Dovrebbe esserci un confronto continui che oggi non c’è. E’ urgente anche attivare nuovamente l’Osservatorio provinciale per la casa per avere un monitoraggio costante della situazione”, conclude Faggioni.
Trento, 30 agosto 2024