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I consultori Familiari restino presidi territoriali accessibili e universali

Il documento, inviato a Fugatti e Soini, è stato sottoscritto da diversi firmatari che ne hanno condiviso i contenuti.

I Consultori Familiari devono rimanere importanti e fondamentali presidi territoriali e non possono perdere la loro universalità e accessibilità: lo ribadiscono in una nota unitaria, inviata al presidente della Provincia Maurizio Fugatti e al presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini, i segretari generali di CGIL, CISL e UIL e i Coordinamenti donne di CGIL e UIL, preoccupati per l'emendamento all'articolo 44 del decreto PNRR che stabilisce che le Regioni e le Province autonome possano fare uso dei fondi destinati alla sanità per organizzare i servizi dei consultori avvalendosi anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo Settore che operano a sostegno della maternità. Un emendamento che, oltre a non avere nulla a che fare con l'originaria destinazione dei fondi del PNRR, è anche in contraddizione con l’orientamento delle risoluzioni adottate recentemente dal Parlamento Europeo, che inseriscono l'interruzione volontaria di gravidanza tra i diritti fondamentali dell’UE e vietano agli Stati i finanziamenti ai “gruppi anti-genere e anti-scelta”, nonché l’impiego nei consultori delle risorse del PNRR a favore dei movimento cosiddetti “pro-vita”, la cui azione - si legge nella nota - mira a contrastare, di fatto, la libertà e la salute psico-fisica delle donne, esercitando pressioni psicologiche e promuovendo pratiche controverse, come l’obbligo di ascoltare il battito cardiaco fetale.

I firmatari sottolineano come i Consultori Familiari nascano per essere presidi di assistenza connotati da un approccio laico, multidisciplinare e dotati di personale specializzato in ginecologia, ostetricia e psicologia: " Noi crediamo, a tutela della libertà di scelta delle donne, che la legge 194, fortemente voluta dal popolo italiano, debba essere attuata così come è scritta, attraverso i servizi dei CF, per il tramite delle molte professionalità già previste al loro interno, che sono in grado di fornire alle donne (e non solo) tutte le necessarie informazioni senza alcuna ingerenza in uno dei momenti più critici e delicati della loro vita".

Riconoscendo che la nostra Provincia può essere considerata un esempio virtuoso rispetto al panorama nazionale, i firmatari invitano la PAT a non dar seguito a questo provvedimento. Al contrario, si propone, le risorse del PNRR potrebbero essere utilizzate per implementare il servizio dei Consultori Familiari sul territorio, visto che in Trentino è presente una sede ogni 53.990 abitanti, contro la media italiana di una sede ogni 32.325 residenti (dati ricavati da un’indagine nazionale sui Consultori familiari promossa dall’Istituto Superiore di Sanità), nonostante la Legge 34/1996 ne preveda almeno una ogni 20.000.

 

La nota è stata sottoscritta anche da: ATAS ONLUS (Associazione Trentina Accoglienza Stranieri); CAV Trento e Rovereto (Centri Anti Violenza); Presidenza ACLI; Coordinamento Donne ACLI; Cara Città/Casa delle donne di Rovereto/Se Non Ora Quando; ANPI; Coordinamento Donne ANPI; Centro Studi Interdisciplinari di Genere dell'Università di Trento; Uomini contro la violenza di genere; CPO Trento (Commissione Pari Opportunità tra donna e uomo); Comitato Pari Opportunità Ordine Avvocati Trento; Comitato Pari Opportunità Ordine Avvocati Rovereto; ARCI; Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne.

 

 



 

 

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