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Non basta aumentare il numero di rate per permettere agli inquilini ITEA di pagare i debiti

Manuela Faggioni, Sunia CGIL, risponde all'assessore Marchiori: "È urgente modificare il regolamento. Le bollette siano calcolate in base all'Icef"

In questi giorni stanno arrivando nelle case degli inquilini Itea i conguagli delle spese condominiali relativi all'esercizio 2022/2023 e i preventivi 2023/2024. Anche quest'anno le cifre richieste sono molto onerose e per molte famiglie sono una fonte di preoccupazione che va ad aggiungersi al pensiero dei debiti accumulati negli ultimi anni. Ricordiamo, infatti, che nei soli primi quattro mesi del 2024 Itea ha inviato 1.275 solleciti di pagamento (numero certamente cresciuto da maggio ad oggi), molti dei quali si trasformeranno in procedure di sfratto per morosità. Tali procedure, grazie alle insistenze di sindacati e minoranze consiliari, sono sì bloccate, ma solo fino alla fine del 2024: con il primo gennaio 2025 la situazione rischia di esplodere.

Nei giorni scorsi la stampa ha riportato le dichiarazioni dell'assessore Simone Marchiori che ha fatto sapere che verrà offerta la possibilità agli inquilini di poter rientrare dal debito non più in un massimo di 18 rate, ma - per i debiti superiori ai 2.500 euro - in 48. "Questa non è affatto la soluzione - ribatte Manuela Faggioni, responsabile del sindacato inquilini Sunia CGIL -. Innanzitutto, può risultare necessario suddividere in 48 rate anche un debito inferiore ai 2.500 euro, poiché la solvibilità dell'inquilino non dipende dalle dimensioni del debito, ma dal suo potere di spesa. Ricordiamo, infatti, che in molti casi anche una rata di poche decine di euro può fare la differenza sul bilancio mensile. Si tratta comunque di palliativi per tamponare una situazione che andrebbe risolta alla base: per questo ribadiamo che anche le bollette, come il canone, dovrebbero essere calcolate in base all'Icef, che andrebbe indicizzato all'inflazione".

Faggioni aggiunge: "Ricordiamo che i costi sono sì aumentati a causa del caro-energia, ma che la situazione è amplificata dalla sottoscrizione di quelli che non esitiamo a definire "contratti capestro". In occasione dell'ultimo tavolo provinciale sulla condizione abitativa, CGIL, CISL, UIL e i sindacati degli inquilini hanno chiesto a gran voce chiarimenti su questi contratti e l'assessore, confermando implicitamente che il caso esiste, ha assicurato che Itea e Pat stanno cercando di capire cosa sia successo. Per avere i chiarimenti dovuti, riteniamo sia fondamentale riconvocare il Tavolo a inizio settembre".

A peggiorare la situazione anche alcune norme presenti all'interno del Regolamento Itea, tra cui una che risulta particolarmente clamorosa: "Quando un inquilino riceve una revoca - per morosità o per altri motivi -, il canone di affitto passa a canone di mercato. Rendiamoci conto che per le situazioni reddituali più critiche, quelle che pagano un affitto inferiore ai 100 euro, ciò significa che il canone può addirittura decuplicare! Di fatto, l'inquilino, soggetto debole con ridotta capacità di spesa, invece di essere aiutato, viene messo in maggiore difficoltà da un'ulteriore riduzione della sua capacità di spesa. Come si può pensare che possa risolvere la sua posizione di moroso e rimettersi al pari con i pagamenti? Questa stortura del regolamento va sistemata al più presto".

 

 

 

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