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Assestamento. Cgil: nessuna misura per rilanciare la produttività e alzare i salari

Oggi audizione in I Commissione. “Risorse bloccate. Così le scelte allocative della Giunta azzoppano l’Autonomia”

Una manovra economica del tutto inefficace per rilanciare la produttività su cui fondare una crescita economica ambientalmente e socialmente sostenibile e una dinamica delle retribuzioni più sostenuta di quella degli ultimi vent’anni”. In audizione in Prima Commissione la Cgil del Trentino ribadisce il proprio giudizio critico sull’assestamento di bilancio. Via Muredei stigmatizza il metodo della manovra, sottolineando ancora una volta la volontà dell’Esecutivo di non adottare un confronto realmente partecipativo per la definizione delle scelte economiche e finanziarie che impattano in modo consistente sulla comunità. E boccia il merito, figlio della visione della giunta Fugatti, “fondata sul ruolo centrale delle piccole e piccolissime imprese e dei settori dell’agricoltura e del terziario, in particolare del turismo. Una visione tradizionalista e passatista dello sviluppo economico in cui viene data molta enfasi sulle opere pubbliche come se la crescita economica di un territorio potesse aumentare significativamente solo grazie a nuove strade”.

 

La manovra ha una dotazione di oltre un miliardo di euro di risorse ed è facile intuire che una parte di queste finiranno ad aumentare il già cospicuo conto di riserva della Provincia, pari a 3,8 miliardi di euro. “Risorse che la Giunta si dimostra non capace di investire efficacemente e che riduce la capacità dell’autonomia di trasferire ricchezza all’economia reale, con il finanziamento di politiche pubbliche che potrebbero fare da volano di crescita e sostenere e migliorare il sistema scolastico e la sanità, rendere più efficiente la Pubblica amministrazione e il sistema degli incentivi alle imprese per rilanciare in modo strutturale la produttività e la crescita economica”. Si persevera invece, coerentemente con la legislatura precedente, con scelte allocative che azzoppano l’Autonomia e la sua capacità di progettare.

 

Nel dettaglio la Cgil critica l’assenza di misure per rilanciare la produttività stagnante del Trentino. Un trend che si potrebbe invertire investendo sul rafforzamento del sistema industriale, anche per sostenere la crescita dimensionale delle imprese. “Qualificare l’industria è fondamentale per spingere il tessuto economico locale verso innovazione e digitalizzazione e dunque maggiore produttività e competitività. L’industria è inoltre indispensabile per sostenere una dinamica accrescitiva delle retribuzioni. Le politiche per l’industria, invece, sono le grandi assenti anche nella Strategia di sviluppo provinciale, mentre si insiste e si confermano sgravi Irap generalizzati e non selettivi che non spingono una crescita della produttività”

 

Non si registrano passi avanti nemmeno sul fronte del sostegno alle retribuzioni. Nel quadriennio 2020-2024 si registrerà un aumento dell’inflazione di quasi il 20% anche in Trentino. In questo quadro i buoni propositi dell’Esecutivo al tavolo provinciale sui salari non si sono tradotti in nessun progetto concreto. Anzi mentre nei comparti privati, seppur in grave ritardo si stanno rinnovando i contratti di lavoro, nel comparto pubblico la giunta provinciale ha tradito l’impegno assunto esattamente un anno fa per garantire un reale recupero del potere d’acquisto degli stipendi. Così nei panni del datore di lavoro l’Esecutivo smentisce se stesso e di fatto si assume la responsabilità di impoverire insegnanti, impiegati e funzionari pubblici, personale sanitario che perderanno almeno il 6% del proprio potere d’acquisto. E ancora la Giunta non sembra intenzionata a dare segnali forti per sostenere le richieste sindacali di adeguamenti retributivi anche nel privato, come sta accadendo nella cooperazione sociale dove il contratto integrativo è fermo da sedici anni. In questo scenario la credibilità di Fugatti e del suo Esecutivo sul tema salariale si è azzerata.

 

E non va meglio nel contrasto alla precarietà e nel sostegno all’occupazione giovanile o delle donne. Nessun passo avanti per limitare stage e tirocini e per strutturare anche in provincia un sistema duale che favorisca l’ingresso di giovani qualificati sul mercato del lavoro, né per incentivare l’occupazione femminile anche attraverso la rimodulazione delle deduzioni di reddito ai fini Icef.

 

Sul fronte del sostegno al reddito non convince nemmeno l’innalzamento a 30 mila euro della soglia di esenzione per l’addizionale Irpef. Una misura per la Cgil iniqua, perché non avvantaggia i redditi più bassi, e che rischia di estromettere dai benefici del welfare provinciale molte famiglie oltre a non prevedere nessuna differenza tra reddito da lavoro dipendente e autonomo. Via Muredei ribadisce, invece, la necessità di adeguare l’Icef all’inflazione come misura più equilibrata ed efficace.

 

Sul welfare la Cgil mette le mani avanti anche su una possibile riforma dell’assegno unico provinciale chiarendo che appoggeranno revisioni “senza alcuna ipotesi di taglio sulle famiglie con figli e in condizioni di povertà, con una reale presa in carico dei nuclei beneficiari dei sussidi e con stringenti condizionalità e più efficaci strumenti di politica attiva del lavoro”.

Si sollecita infine un cambio di passo sulla sanità con un più forte investimento sul sistema pubblico, sulla prevenzione e sulla medicina territoriale. Mentre sulla casa si giudicano ancora insufficienti le misure stanziate se commisurate al fabbisogno abitativo e si chiede un piano quinquennale di nuovi alloggi accanto al rifinanziamento del fondo di housing sociale. IN ALLEGATO IL DOCUMENTO CGIL


Trento, 9 luglio 2024

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