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Contratti pubblici. Nessun reale recupero del potere d’acquisto

Cgil del Trentino, Flc Cgil e Fp Cgil: il presidente Fugatti agita uno specchietto per le allodole. Così si certifica solo l'impoverimento e la perdita di attrattività del pubblico impiego

Contratti pubblici. Nessun reale recupero del potere d’acquisto

Non intendiamo avallare quella che a nostro avviso è una presa in giro per le lavoratrici e i lavoratori del sistema pubblico trentino. Il presidente Fugatti ancora una volta non mantiene la parola data e si rimangia la promessa che ora possiamo dire era la classica promessa elettorale, di operare per il recupero del reale potere d'acquisto delle buste paga dei lavoratori pubblici trentini. La giunta provinciale rischia così di usare il positivo anticipo del contratto 2025-2027 come uno specchietto per le allodole, che tende a nascondere un’altra verità e cioè che le risorse per il triennio 2022-2024 sono del tutto insufficienti al recupero dell’inflazione che nel periodo ha falcidiato salari e pensioni e ridotto ulteriormente il potere d’acquisto delle retribuzioni dei dipendenti pubblici trentini. L’esatto opposto dell’impegno assunto in Consiglio provinciale un anno fa dal presidente Fugatti.
La Cgil nel suo complesso rivendica l’impegno e le proposte avanzate nel confronto di merito realizzato tra venerdì e lunedì su un testo che prevede, con l'assestamento di bilancio di luglio, risorse per il rinnovo 25/27, l'introduzione di un fondo per le progressioni di carriera, una ulteriore quota dell'1% a carico del datore per la previdenza integrativa ed impegni su smart working e coworking, trattenimento in servizio e ricambio generazionale, revisione dei fondi per la produttività. Ma è sul triennio precedente che i conti non quadrano: riteniamo ancora del tutto insufficiente lo stanziamento strutturale di un 1% aggiuntivo rispetto al 6,83% e di una ulteriore limitata una tantum.
Di fatto la Giunta si assume la responsabilità di tagliare la capacità di spesa dei dipendenti pubblici, con un rinnovo contrattuale che si ferma al di sotto dell’8% a fronte del 16% circa dell'inflazione calcolata in base all’indice Ipca depurata dai prezzi dei beni energetici importati. Va peraltro precisato che gli ulteriori 117 milioni di euro annunciati da Piazza Dante per l'assestamento non sono altro che gli arretrati già previsti a copertura degli aumenti già fissati e pari al 2,72% per il 2022 e al 3,74% il 2023 a fronte rispettivamente di un indice IPCA del 6,6% e del 6,9% certificati dall’Istat.
Riteniamo sbagliato parlare un giorno di emergenza salariale e il giorno dopo, quando si vestono i panni di datore di lavoro, non essere coerenti e contribuire ad impoverire le famiglie, invece di sostenerle. Occorre aprire un tavolo serio di confronto per mettere realmente in sicurezza un settore in forte crisi, con i bandi dei concorsi deserti, la fuga dalla Sanità e dalle Case di Riposo, la copertura delle cattedre vacanti nel comparto scuola.
Confidiamo che l’atteggiamento della Giunta non sia questo quando sarà chiamata a coprire il rinnovo del contratto integrativo provinciale del Terzo Settore fermo ormai da 18 anni e in fase di definizione al tavolo negoziale”.

Trento, 24 giugno 2024

 

 

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