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Pubblico impiego. Non basta prendere atto dei problemi. Servono soluzioni condivise

Diaspro (Fp Cgil): sbagliato escludere il comparto pubblico dal tavolo sulle retribuzioni. Il settore torna attrattivo migliorando condizioni di lavoro e stipendi

Sul pubblico impiego, sulla perdita di attrattività e sulle retribuzioni non adeguate il ragionamento dell’assessore Spinelli ci trova concordi. Il problema è che alle parole fino ad oggi non è seguita alcuna azione concreta per invertire questa tendenza alla svalorizzazione. A cominciare dal rinnovo dei contratti pubblici. L’assessore dovrebbe essere consapevole che al momento il contratto ha previsto un aumento del 6,31% a fronte di un’inflazione del 17%. Quindi ben venga la preoccupazione, che condividiamo in pieno, ci aspettiamo però un impegno concreto che ad oggi manca del tutto”. Lo sostiene Luigi Diaspro, segretario della Fp del Trentino che mette sul tavolo esempi concreti di questo scollamento tra osservazione e azione. “La giunta provinciale ha aperto un tavolo sui salari escludendo da quella riflessione tutto il comparto pubblico, una scelta a nostro avviso sbagliata. Pur comprendendo le differenze tra pubblico e privato, ci saremmo aspettati almeno un tavolo di confronto parallelo. Invece nulla. Eppure oggi esiste un gap salariale importante tra i dipendenti pubblici trentini e il resto d’Italia. Il gap è ancora più marcato con l’Alto Adige”.
Per il sindacato, dunque, individuare le ragioni della scarsa attrattività del pubblico impiego solo nelle lungaggini dei metodi selettivi e nella minore dinamicità del settore è quanto meno riduttivo. “Mancano sistemi di valorizzazione delle competenze e molti dipendenti pubblici vivono sulla loro pelle il disallineamento tra responsabilità e competenze richieste a causa di sotto-inquadramenti, difficoltà di carriera e assenza di concrete prospettive di crescita”.
Un quadro che rischia di peggiorare ulteriormente con la limitazione del lavoro agile, il tentativo di inserire anche nel pubblico le clausole elastiche o premialità al posto di incrementi strutturali dei salari, accordi di settore che alimentano disparità tra i vari comparti del pubblico impiego trentino, con la fuga dai comuni verso la Pat e dalle Apsp verso la Sanità e dalla Sanità verso la Pat per gli amministrativi. “Una giostra impazzita che nessuno s'incarica di fermare con un punto di ragionamento da mettere a sistema. E soprattutto, senza alcuna idea di investimenti massicci per nuove assunzioni, formazione continua e varo di un nuovo ordinamento professionale capace di ridare dignità a lavoratrici e lavoratori e valore all'intero comparto pubblico a vantaggio di tutta la comunità. Spesso si dimentica che i destinatari dell’amministrazione pubblica sono direttamente i cittadini, su cui ricadono la mancata qualità dei servizi, le inefficienze organizzative, le carenze di personale”.
L’auspicio di Fp Cgil è dunque che la Giunta provinciale dimostri di voler incidere per rilanciare il settore pubblico. “Abbiamo le nostre proposte e aspettiamo fiduciosi che alle tante analisi, anche condivisibili, segua la volontà concreta di invertire la rotta. Siamo pronti a discutere di un grande patto di legislatura sui comparti pubblici anziché procedere con protocolli politici al ribasso. La giunta ci convochi”.

Trento, 2 maggio 2024

 

 

 

 

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