Garantire sicurezza alle lavoratrici e ai lavoratori deve essere una priorità
In Trentino nei primi tre mesi dell’anno 8 denunce di incidenti mortali, pari a tutti i morti del 2023
“Sul lavoro non si muore per casualità, ma per assenza di responsabilità di chi dovrebbe fare leggi chiare, di chi dovrebbe rafforzare i controlli e investire nella formazione e nella prevenzione”. Nella giornata dello sciopero generale di Cgil e Uil al presidio organizzato a Trento è stato ricordato che ogni minuto in Italia c’è un incidente sul lavoro. Un grave è accaduto in Trentino anche oggi, mentre nella nostra provincia sono già otto le denunce di incidenti mortali registrati nei primi tre mesi dell’anno, pari a tutte quelle del 2023. “Un infortunio – ha detto il segretario provinciale della Cgil Andrea Grosselli – non è mai una fatalità, ma sempre conseguenza della sottovalutazione rischio. E’ sempre frutto di una cultura che scarica la responsabilità su altri, come sta facendo in queste ore il Governo che non fa nulla di concreto per rafforzare controlli e prevenzione; come avviene nella catena degli appalti e subappalti dove l’impresa committente scarica su imprese meno organizzate, meno costose, che tagliano sulla sicurezza. Solo riportando in capo alle aziende la responsabilità allora potrà veramente cambiare qualcosa”.
In Italia nel 2023 sono morti 800 lavoratori; è come se 5 piccoli paesi trentini fossero stati cancellati per sempre.
Spesso le vittime degli infortuni sono stranieri, perché anelli più deboli del mercato del lavoro, meno formati, che non sempre conoscono la lingua come ha ricordato Matteo Salvetti, segretario della Feneal Uil, parlando delle costruzioni. “In edilizia il 47 per cento dei lavoratori sono stranieri, di 91 nazionalità diverse. Provincia e Governo si dimenticano di loro, come fossero fantasmi utili solo a completare le grandi opere, mai persone da integrare con formazione, corsi di lingua”. A fine febbraio su 1451 infortuni 300 in Trentino hanno riguardato stranieri.
Sul “banco degli imputati”, anche un sistema di appalti e subappalti dove aggirare regole e controlli è più facile come ha ricordato Marco Betti, delegato Filcams, che lavora in una cantina. “Appalti e subappalti sono un modo per scaricare responsabilità sulla sicurezza”. Vassiolios Bassios, della Uiltucs ha posto l’accento, invece, sul ridotto investimento in sicurezza. “Le aziende vogliono fare solo profitto. La sicurezza dovrebbe essere la prima voce dei bilanci”. Questione su cui ha insistito anche Giampaolo Mastrogiuseppe segretario della Fillea. “ Se ci sono morti è perché qualcuno pensa solo a fare profitto. Non mi stupisco se un imprenditore specula sulla sicurezza. Ritengo, però, inaccettabile che il Governo in qualche modo agevoli o non reprime come dovrebbe le imprese che tagliano sulla sicurezza”
Per i metalmeccanici ha parlato Marco Sala della Fiom soffermandosi sull’intreccio pericoloso tra insicurezza e precariato. “Il precariato è l’altra faccia della carenza di sicurezza. Tutte le lavoratrici e i lavoratori dovrebbe avere il diritto di denunciare infortuni, mancato rispetto delle norme in totale sicurezza. Chi è precario spesso non è in queste condizioni”.
Questa mattina le lavoratrici e i lavoratori in presidio hanno ricordato anche le vittime dell’indicente di Suviana, esprimendo vicinanza e solidarietà, ma anche invitando a fare di più. “Le aziende del settore elettrico stanno bene – ha sottolineato Giuseppe Di Chiara della Uiltec -. Quanto accaduto non solo ci ha scosso, ma anche indignato perché sono anni che chiediamo alle grandi società elettriche di smetterla di subappaltare ad aziende che per organizzazione e capacità finanziarie hanno un’attenzione alla sicurezza minore. E’ ora di smettere di subappaltare mettendo a rischio vita lavoratori solo per risparmiare”.
Lo sciopero di oggi, a cui hanno partecipato tutti i settori privati, è anche contro la riforma fiscale del Governo come ha ricordato il segretario della Uil trentina Walter Alotti. “Lavoratori dipendenti e pensionati pagano oltre il 90% del gettito Irpef, mentre intere categorie economiche continuano a non pagare fino al 70% delle imposte dovute. L’evasione complessiva continua ad essere pari a 90 miliardi all’anno. La delega che il governo sta applicando invece di combattere l’evasione fiscale e contributiva introduce nuove sanatorie, condoni e concordati. Inoltre non tassa gli extraprofitti, favorisce le rendite finanziare e immobiliari, il lavoro autonomo benestante e le grandi ricchezze. E’ tutto l’opposto di quanto andrebbe fatto”, ha concluso.
Trento, 11 aprile 2024