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Sciopero dell’11 aprile

Il comparto dell’edilizia chiede sicurezza, rispetto del contratto e abbandono del sistema degli appalti a cascata

Sciopero dell’11 aprile

“Adesso basta!” Questo l’evocativo slogan scelto per la giornata di sciopero che, anche in Trentino, è stato proclamato per il prossimo giovedì, 11 aprile. I lavoratori del settore costruzioni e affini – rappresentati da Fillea Cgil e Feneal Uil – si fermeranno per 8 ore (4 ore lo sciopero per tutti gli altri lavoratori). Come spiegano i segretari Giampaolo Mastrogiuseppe e Matteo Salvetti: «Chiediamo politiche e interventi in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, per cambiare la delega fiscale del Governo e per definire una diversa riforma per un fisco giusto ed equo».

Tra i motivi della protesta c’è la necessità, sempre più impellente, di combattere davvero le morti sul lavoro. A febbraio in Trentino Inail ha registrato 1.451 infortuni sul lavoro di cui tre mortali. Gli infortuni sono cresciuti del 18% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Oltre 300 episodi riguardano stranieri.

A scioperare saranno tutte le lavoratrici e i lavoratori dei comparti privati, anche quelli in appalto e strumentali. A partire dalle ore 10 di giovedì 11 aprile ci sarà anche un presidio sotto al Commissariato del governo in corso 3 novembre a Trento.

 

Tre gli argomenti dello sciopero, col primo di essi di particolare interesse per l’edilizia.

 

Zero morti sul lavoro

  • Salute e la sicurezza sul lavoro devono diventare un vincolo per poter esercitare l’attività d’impresa;
  • Cancellare le leggi che negli anni hanno reso il lavoro precario e frammentato;
  • Superare il subappalto a cascata e ripristinare la parità di trattamento economico e normativo per le lavoratrici e i lavoratori di tutti gli appalti pubblici e privati;
  • Rafforzare le attività di vigilanza e prevenzione incrementando le assunzioni nell’Ispettorato del lavoro e nelle Aziende sanitarie locali;
  • Mai al lavoro senza un’adeguata formazione e diritto alla formazione continua per tutte le lavoratrici e i lavoratori;
  • Una vera patente a punti, per tutte le aziende e per tutti i settori, che blocchi le attività alle imprese che non rispettano le norme di sicurezza;
  • Diritto delle lavoratrici e dei lavoratori di eleggere in tutti i luoghi di lavoro i propri Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza;
  • Obbligo delle imprese ad applicare i CCNL firmati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative e al rispetto delle norme sulla sicurezza; quali condizioni per poter accedere a finanziamenti/incentivi pubblici.

 

Se il primo punto è di specifico interesse per il settore edile, gli altri due sono invece di stretta attualità per l’intero mondo del lavoro.

Per una giusta riforma fiscale

Lavoratori dipendenti e pensionati pagano oltre il 90% del gettito Irpef, mentre intere categorie economiche continuano a non pagare fino al 70% delle imposte dovute. L’evasione complessiva continua a essere pari a 90 miliardi all’anno. La delega che il Governo sta applicando, invece di combattere l’evasione fiscale e contributiva, introduce nuove sanatorie, condoni e concordati. Non tassa gli extraprofitti, favorisce le rendite finanziare e immobiliari, il lavoro autonomo benestante e le grandi ricchezze. Questa impostazione del governo va contrastata e invertita: è necessario ridurre la tassazione sul lavoro dipendente e i pensionati, tassare le rendite e contrastare l’evasione; promuovere così un fisco progressivo abolendo la flat tax, estendendo la base imponibile dell’Irpef a tutti i redditi; indicizzare all’inflazione reale le detrazioni da lavoro e da pensione e detassare gli aumenti contrattuali; occorre andare a prendere le risorse dove sono per finanziare sanità e istruzione, non autosufficienza, diritti sociali e investimenti pubblici.

 

Per un nuovo modello sociale e di fare impresa

Vogliamo rimettere al centro delle politiche economiche e sociali del Governo e delle imprese il valore del lavoro a partire dal rinnovo dei contratti nazionali e da una legge sulla rappresentanza, la centralità della salute e della persona, la qualità di un’occupazione stabile e non precaria, una seria riforma delle pensioni, il rilancio degli investimenti pubblici e privati per riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo e puntare alla piena e buona occupazione a partire dal Mezzogiorno.

 

 

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