NEWS

Distribuzione Moderna Organizzata, rottura sul contratto. Il 30 marzo sciopero

Accordo scaduto nel 2019. “Inaccettabili le pretese di Federdistribuzione volte a sabotare diritti e garanzie conquistate negli anni”

Dopodomani, sabato 30 marzo, le lavoratrici e i lavoratori della grande distribuzione organizzata anche in Trentino sciopereranno per il contratto. La scelta di Filcams, Fisascat e Uiltucs è maturata dopo la rottura del tavolo di confronto con Federdistribuzione per il rinnovo del contratto nazionale di settore che gli addetti attendono ormai da 51 mesi.
In Trentino questa contratto riguarda almeno 500 addetti, dipendenti tra gli altri di Aspiag, Lidl, Pam, Acqua e Sapone, Douglas, Kiko, Obi, Ovs, DM, Kasanova, Prix, Max&Co, MaxMara, Conbipel, Penny, Arcaplanet, Brico Center, Metro.

Non è la prima volta che Federdistribuzione fa ostruzionismo sul rinnovo del contratto nazionale. Già nella precedente tornata la firma arrivò con 45 mesi di ritardo rispetto alla sottoscrizione del Ccnl TDS Confcommercio. I sindacati non ci stanno a replicare la stessa situazione. “L’accordo per il terziario, distribuzione e servizi è stato raggiunto la scorsa settimana. L’atteggiamento di Federdistribuzione è inaccettabile perché danneggia pesantemente le lavoratrici e i lavoratori”, sottolineano i segretari provinciali Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Stefano Pichetti.
I ritardi che in passato si sono tradotti in “una perdita secca per le lavoratrici e i lavoratori, nell’ordine di svariate migliaia di euro e in termini di minor massa salariale percepita nell’arco della vigenza contrattuale rispetto ai loro colleghi che, pur svolgendo ed operando nel medesimo ambito settoriale, si videro corrispondere trattamenti economici più significativi”, denunciano le organizzazioni sindacali a livello nazionale.

Le trattative sul contratto sono state interrotte di fronte all’atteggiamento di Federdistribuzione che ha messo sul tavolo “svariate richieste finalizzate a sabotare diritti e garanzie attualmente contenute con Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e che le lavoratrici ed i lavoratori della distribuzione commerciale hanno raggiunto a costo di sacrifici e di lotte nel corso degli ultimi decenni”. 
Nel dettaglio Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs puntano il dito contro: “l’introduzione di una flessibilità incontrollata e generalizzata con contratti a termine di durata indeterminata (oltre i 24 mesi); lo smembramento del sistema di classificazione del personale con l’attribuzione dell’addetto alle operazioni ausiliarie alla vendita a mansioni inferiori quali il pulimento di aree di vendita e servizi; l’azzeramento di ogni dignità professionale con il sotto inquadramento di chi ha la responsabilità di interi format commerciali complessi; la creazione di una nuova mansione adibita alla movimentazione delle merci trascinandola verso il quinto livello e svuotando l’attuale previsione al quarto livello, al solo fine di far risparmiare le imprese sulla pelle dei lavoratori”. Inoltre non è stata data nessuna disponibilità alle richieste di parte sindacale di trattare il tema “Appalti e terziarizzazioni” e “franchising”.
“Lo schema negoziale che propone Federdistribuzione – per le organizzazioni sindacali – ancora una volta è di mortificare il rinnovo del Ccnl in una logica di scambio tra una presunta disponibilità ad erogare il dovuto aumento salariale (mai esplicitata nel dettaglio nelle 17 ore di trattativa) in cambio di un peggioramento della parte normativa che prevedeva la precarizzazione dei lavoratori”. “Per il tramite di una associazione che si mostra unicamente capace di assecondare acriticamente i più bassi istinti dei suoi rappresentanti le aziende della Distribuzione Moderna Organizzata stanno sferrando un attacco senza precedenti ai diritti di chi lavora nel settore, mortificandone le professionalità e disconoscendone il contributo operoso e continuo”, concludono Filcams, Fisascat e Uiltucs.


Trento, 28 marzo 2024

 

 

TORNA SU