Il contratto ci spetta. Il 22 dicembre sciopero di commercio, turismo e pubblici esercizi
Sindacati: in provincia 60 mila lavoratori attendono da 4-5 anni il rinnovo contrattuale. Buste paga ferme mentre il costo della vita è esploso. No aumenti in cambio di diritti
Terziario, distribuzione moderna organizzata, distribuzione cooperativa, alberghi, pubblici esercizi, ristorazione collettiva e commerciale, agenzie di viaggi e aziende termali. Sono cinque milioni le lavoratrici e i lavoratori del terziario che attendono da 4-5 anni il rinnovo dei loro contratti. Una situazione che in Trentino riguarda circa 60mila addetti e non più tollerabile perché, mentre le buste paga sono rimaste ferme e l’inflazione si è portata via una fetta consistente del potere d’acquisto di chi opera in questi settori, le aziende hanno continuato a fare profitto scaricando sui consumatori gli aumenti. “Siamo arrivati al paradosso che in alcuni comparti anche in Trentino i lavoratori e le lavoratrici non possono permettersi di mettere nel carrello i beni che vendono”, incalzano Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Stefano Picchetti, segretari provinciali di Filcams, Fisascat e Uiltucs. Le tre sigle sindacali che hanno proclamato per venerdì 22 dicembre uno sciopero di otto ore su tutto il territorio nazionale.
La giornata di stop è finalizzata a sollecitare un avanzamento dei negoziati, denunciare lo stallo delle trattative e l’ormai insostenibile situazione in cui versano le lavoratrici e i lavoratori, mentre i settori del terziario e del turismo registrano una ripresa e un aumento dei fatturati.
Accanto all’indispensabile e non più differibile recupero del potere d’acquisto lavoratori e sindacati lottano per non vedere peggiorate le condizioni di lavoro. Il ricatto delle aziende è, infatti, proprio questo: concessione di maggiore salario solo con meno diritti. Inaccettabile per le organizzazioni sindacali. “Le controparti stanno chiedendo indietro diritti che sono stati negoziati in anni di lotte e contrattazione”, insistono Bassetti, Avanzo e Pichetti.
E’ il caso di Confcommercio che vorrebbe tornare indietro sulla quattordicesima e sui permessi retribuiti o del turismo dove si vorrebbero cancellare scatti di anzianità e permessi retribuiti.
“Le imprese continuano a pretendere flessibilità estrema e allo stesso tempo non sono disposti ad un solo passo avanti verso le richieste dei lavoratori. Poi ci si chiede perché non trovano personale. I lavoratori e le lavoratrici appena possono fuggono”
Il messaggio, rivolto alle associazioni imprenditoriali di settore, dunque è chiaro: non c’è più spazio e tempo per tattiche dilatorie o espedienti volti a eludere un’assunzione di responsabilità da parte delle imprese e delle loro associazioni di rappresentanza.
Il 22 dicembre sono in programma manifestazioni interegionali. Il Trentino sarà a Milano.
Trento, 19 dicembre 2023