Sft: mettere in sicurezza i lavoratori
La situazione è critica ormai da anni. L'azienda è obsoleta a livello di organizzazione e metodi di lavoro, oltre che notevolmente sovradimensionata: così il prodotto non è competitivo sui mercati
«Lunedì prossimo, 30 ottobre, saremo alla sede di Sft per conoscere nel dettaglio la gravissima situazione in cui versa la cooperativa. Quanto abbiamo letto sui quotidiani locali desta molte domande ed è fondamentale mettere in sicurezza i lavoratori». Così spiegano i sindacati con le segretarie Elisa Cattani di Flai Cgil e Katia Negri di Fai Cisl, assieme a Fulvio Giaimo di Uila Uil.
«La situazione di Sft è critica ormai da anni» argomentano ancora i sindacati. «Sottolineiamo da tempo che l’azienda è obsoleta a livello di organizzazione e metodi di lavoro oltre che notevolmente sovradimensionata: tutti elementi che fanno sì che il prodotto non possa essere competitivo sui mercati. Si aggiunge a questo l’incapacità di rimediare agli errori del passato e, dunque, il susseguirsi di bilanci che hanno peggiorato, anno dopo anno, la situazione».
Ma un problema grave si ha anche e soprattutto a livello di trasparenza: «Solo dalla stampa veniamo a sapere di debiti per 19 milioni, quando negli ultimi incontri ufficiali coi soci si è parlato di appena 2 milioni: si tratta di dieci volte tanto.
In un tale quadro, apprendiamo che Federazione della cooperazione e Provincia, assieme alle grandi cooperative della mela, saranno impegnate congiuntamente per venire a capo della situazione. Bene, ma sorprende che gli organi preposti al controllo dei bilanci non si siano mossi in anticipo; sorprende anche che la Provincia, che aveva dichiarato di essersi interessata specificamente di questa azienda (a settembre) abbia poi taciuto su una situazione divenuta esplosiva.
Come sindacati siamo ovviamente preoccupati per i lavoratori e le lavoratrici, ma non possiamo fare a meno di pensare anche ai soci conferitori, visto che qui si parla, in larga parte, di micro-imprese. Noi abbiamo avuto le prime informazioni sulla reale situazione la scorsa settimana e, purtroppo, solo tramite canali informali. Per questo abbiamo subito chiesto un incontro».