SMIM: la musica non cambia. Trentino ultimo in Italia sulle scuole medie a indirizzo musicale
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Trentino ultimo in Italia in quanto a presenza di quelle che si chiamavano SMIM, “scuole medie a indirizzo musicale”, oggi denominati percorsi di scuola secondaria di primo grado a caratterizzazione musicale. Per dare un ordine di grandezza, il Veneto ne ha circa centottanta, mentre il Trentino a oggi ne ha solo tre; due si aggiungeranno dal prossimo anno scolastico, 2023/2024, dopo la luce verde della Conferenza territoriale chiamata a valutare l’offerta formativa, convocata dall’assessore Bisesti. Ce ne sarebbe stato poi una terza, l’IC di Fondo-Revò, che presentò richiesta già nel 2021 e che, nonostante godesse di tutti i requisiti necessari alla stregua degli altri due, si è vista negare l’autorizzazione senza motivazioni valide apparenti. Per l’IC di Fondo-Revò l’assessore all’istruzione, che negli ultimi sei mesi ci ha abituato a “sperimentazioni e innovazioni” in extremis, ha demandato al Dipartimento istruzione “la definizione di un percorso innovativo e sperimentale di scuola secondaria di primo grado a caratterizzazione musicale”, durata prevista tre anni; una sorta di SMIM a scartamento ridotto e una terzia via trentina per l’insegnamento della musica. Terza via perché il panorama trentino è caratterizzato da una presenza massiccia e capillare di scuole musicali private e uno sparuto gruppo di scuole medie pubbliche a indirizzo musicale. La proposta dall’assessore non si fondava su un progetto ma su un piccolo gruzzolo di risorse e il Dipartimento, in collaborazione con l’IC Fondo Revò, ne ha dovuto confezionare uno ex post: ne è nata una terza via ibrida in cui un docente della scuola pubblica, assunto nell’organico funzionale, dovrà coordinare docenti di diversi strumenti afferenti a una scuola di musica privata individuata d’ufficio, la C. Eccher di Cles. Noi riteniamo che questo rischi d’interrompere un processo che, seppur faticosamente e in ritardo, sembrava aver finalmente avviato l’attivazione costante di nuove SMIM: scuole pubbliche, imperniate attorno a procedure concorsuali e graduatorie pubbliche dei docenti, rivolte a studentesse e studenti di ogni estrazione sociale e culturale.
La dirigente dell’IC Fondo-Revò, la dottoressa Gambaro, come chi l’ha preceduta, ha fortemente voluto e creduto in una SMIM per la quale il suo istituto, come da delibera di giunta, gode di tutti i requisiti; chiesto il parere del collegio docenti non ha potuto far altro che accettare la proposta dell’assessore, nella speranza che questa sperimentazione di tre anni serva da viatico per l’attivazione di una secondaria di secondo grado a caratterizzazione musicale vera e propria. Speranza che coltiviamo con lei e contribuiremo a rendere concreta incoraggiandola a tenere viva la richiesta di attivazione di una SMIM.
La nostra non è una presa di posizione di solo merito, contestiamo anche il metodo. La procedura corretta vorrebbe che le scuole, nella loro autonomia, elaborino progetto per partecipare a un bando pubblico aperto a tutte le scuole, e che i progetti vincitori abbiano accesso alle risorse. In questo caso è avvenuto il processo inverso: l’assessore, per giustificare il rifiuto all’attivazione di una SMIM cui molto probabilmente l’IC Fondo Revò avrebbe diritto, ha proposto alla dirigente la sperimentazione, individuando anche la scuola musicale privata che dovrà fornire i docenti di strumento. La decisione avrà anche tenuto conto della prossimità territoriale della scuola di musica affidataria, ma non è sufficiente; in una procedura aperta, anche altre scuole di musica avrebbero dovuto avere pari possibilità di partecipare per fornire quel servizio.
Doveroso precisare che né noi, né i colleghi di musica e di strumento della scuola pubblica dubitiamo dell’operato dei docenti che insegnano nelle scuole di musica private, ma queste hanno costi e prospettive diverse da un percorso d’insegnamento della musica inserito nella scuola dell’obbligo. Come FLC CGIL del Trentino abbiamo la responsabilità di spenderci affinché la preparazione musicale dei giovani sia affidata in modo preponderante alla scuola pubblica e, se possiamo ammettere un sistema che preveda e coinvolga le scuole private, non possiamo accettarne uno che le privilegi.