Prezzi. A marzo l’inflazione in Trentino al 7,8 per cento. Peso maggiore sulle famiglie più povere
Cgil Cisl Uil: i redditi più bassi restano in difficoltà. Fin dalla prossima variazione di bilancio serve un adeguamento strutturale e non parziale all’inflazione di tutte le misure di welfare
Continua a restare su livelli elevati l’inflazione in Trentino. A marzo l’indice dei prezzi ha toccato il 7,8% rispetto all’anno precedente ed il Trentino resta sempre al di sopra della media nazionale che si attesta al 7,6%. Lo certifica l’Istat nell’analisi periodica sull’andamento dei prezzi.
Se rallenta la crescita dei prezzi dei bene energetici (+14,8% a marzo contro il +23,1% di febbraio), prosegue a rialzo la tendenza, almeno nella nostra provincia, dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari (+11% a marzo contro il +10,6 di febbraio). In generale i beni di prima necessità vedono un incremento di prezzi pari al 12,6%, in crescita ancora dell’1,3% rispetto al mese scorso in Trentino. Un dato che preoccupa molto i sindacati. E’ la stessa Istat che nell’analisi mette in evidenza, infatti, che il peso dell’inflazione è maggiore per le famiglie con la minore capacità di spesa. L’indice Ipca per queste pesa per il 12,5% rispetto all’8,2% del gruppo con il più alto potere di spesa. “E’ per questa ragione che continuiamo a sollecitare una presa di posizione netta da parte della Giunta provinciale a sostegno dei redditi in maggiore difficoltà - rimarcano i segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. L’adeguamento dell’assegno unico provinciale all’inflazione, per esempio, è solo parziale, per questo resta assolutamente insufficiente. L’Esecutivo deve adeguare in modo strutturale tutte le misure di welfare all’inflazione reale, incrementandole almeno dell’8%”.
Una misura, quella chiesta dai sindacati trentini, che l’Inps ha già attuato a livello nazionale per l’assegno universale. “Sarebbe paradossale, a pochi mesi dalle elezioni, dover certificare che l’Autonomia resta indietro rispetto allo Stato – incalzano i tre segretari -. I margini di bilancio ci sono, visto che sul bonus bolletta la Provincia sta risparmiando 17 milioni di euro. Il presidente Fugatti prenda atto, finalmente delle difficoltà delle famiglie, e stanzi le risorse necessarie con la variazione di bilancio che verrà discussa con l’inizio del mese prossimo. Si è temporeggiato già troppo”. Proprio sulla prossima variazione si concentra l’attenzione delle tre sigle. “Chiediamo alla Giunta di individuare e stanziare le risorse anche per il ripristino delle agevolazioni sull’addizionale Irpef, gli investimenti nell’edilizia abitativa, nella sanità e nella gestione dell’emergenza idrica”.
Infine Cgil Cisl Uil insistono sul rinnovo dei contratti di lavoro. “La Provincia in questo dà il cattivo esempio visto che fino ad oggi non ha stanziato nulla per il rinnovo dei contratti scaduti di 45mila dipendenti pubblici, tra enti locali, scuola e sanità. Una scelta doppiamente sbagliata perché non solo lascia a secco le lavoratrici e i lavoratori, ma anche perché indirettamente legittima le imprese a restare ferme con il risultato che i contratti non si rinnovano né nel pubblico né nel privato”, concludono Grosselli, Bezzi e Alotti.
Trento, 17 aprile 2023