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Alloggi pubblici. Basta scuse, servono più risorse per accelerare sulle ristrutturazioni

Sindacati stanchi del continuo rimpallo di responsabilità: il dato reale è che questa giunta non ha una politica abitativa. Si finanzino nuove case popolari e il fondo di housing sociale

Sulla situazione delle case pubbliche c’è un solo dato di fatto: anche nel 2022 mancavano all’appello mille alloggi sfitti. Che vuol dire che mille famiglie pur avendo i requisiti per entrare in una casa popolare sono rimaste senza per ritardi, inefficienze, scarse risorse. E’ ora di smetterla con questo rimpallo di responsabilità tra Itea, Provincia ed enti locali. Si metta mano alla situazione, si stanzino le risorse e si costruiscano risposte all’emergenza abitativa trentina”. E’ con queste parole che Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti commentano i dati dell’ultimo bilancio di Itea. “Le risorse che con l’ultimo bilancio la Giunta ha stanziato per Itea e che dovrebbero garantire la ristrutturazione di 400 alloggi l’anno sono del tutto insufficienti. Servono maggiori stanziamenti e serve una politica della casa che questa giunta provinciale non ha mai avuto”.


Per i sindacati anche Itea non è esente da responsabilità ed è squallido vedere come la questione casa e la stessa gestione della società invece che essere una priorità siano diventato strumento per regolare i conti in vista delle prossime elezioni provinciali.

 

La verità è che manca del tutto una politica abitativa provinciale. Non si costruiscono nuove case o comunque se ne costruiscono troppe poche, le ristrutturazioni procedono a rilento e il fondo di housing sociale che dovrebbe dare risposte alle molte famiglie che non sono abbastanza povere per entrare in graduatoria Itea, ma non abbastanza ricche per trovare una soluzione abitativa sul mercato restano senza risposte. E sono spesso giovani coppie, nuove famiglie. E’ difficile pensare di invertire il trend della denatalità in Trentino se non si investe anche in questa direzione”.

 

Infine Cgil Cisl Uil intervengono anche sulla questione della riqualificazione energetica degli immobili sulla base di quanto prevederà la direttiva europea. “Il tema non è bloccare misure che miglioreranno il nostro patrimonio edilizio e renderanno gli immobili più sostenibili. Quello è un percorso inevitabile alla luce anche dei cambiamenti climatici. Sat però alla politica, nazionale e provinciale, tradurre le indicazioni che saranno assunte a Bruxelles con norme efficaci”. Il che vuol dire basta contributi a pioggia o misure come il 110% che hanno drogato il mercato, ma interventi a sostegno dei cittadini in difficoltà che da soli non potranno farsi carico di ristrutturazioni energetiche impegnative. “Il problema non è bloccare la transizione verso un abitare più sostenibile, ma agevolarla”, concludono.

Trento, 7 febbraio 2023

 

 

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