Michele Guarda confermato alla guida della Fiom del Trentino
Massima attenzione su emergenza salariale e precariato
Emergenza salariale e lotta al precariato. Sono questi i due temi centrali della relazione di Michele Guarda, confermato oggi pomeriggio alla guida della Fiom del Trentino dall’assemblea dei delegati e delle delegate eletti al 29° congresso della categoria. Guarda è stato rieletto con 29 voti a favore, un no e un astenuto.
Sul tema salari Guarda è stato nettissimo spiegando che lavoratrici e lavoratori stanno vivendo la peggiore crisi del potere d’acquisto dal dopoguerra ad oggi. Questo perché in Italia i salari non crescono da trent’anni, l’inflazione ha raggiunto il 12% e la crescita dei prezzi così alta, mai accaduto fino ad oggi, non è bilanciata da nessun meccanismo di protezione dei salari. Un problema che non si risolve solo tagliando il cuneo fiscale, ma con un sistema fiscale equo che redistribuisca la ricchezza, tassando chi ha di più, e con una riscrittura delle regole contrattuali restituendo al contratto nazionale la funzione di redistribuire anche sui lavoratori e le lavoratrici il profitto prodotto.
Accanto al tema retribuzioni c’è quello delle condizioni di lavoro con un mercato del lavoro che in Italia e in Trentino ha visto crescere le forme di precariato. Anche su questo tema Guarda non ha fatto sconti sostenendo che gli incentivi alle imprese per stabilizzare i contratti non hanno funzionato, la precarietà del lavoro va superata per legge. Non è accettabile che la competizione di giochi sul taglio del costo del lavoro. Per questa ragione servono il salario minimo e la legge sulla rappresentanza che sbarri la strada ai contratti pirata.
Al congresso Fiom è intervenuto questa mattina anche il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, che si è soffermato anche sugli interventi della giunta per sostenere famiglie e imprese di fronte all’aumento dei costi energetici e delle materie prime. Sul punto è intervenuta anche Manuela Faggioni, della segreteria confederale Cgil, che ha ricordato come le risorse messe in campo dalla Provincia fino ad oggi sono insufficienti e gli strumenti non equi perché non sostengono i più deboli; ha ribadito la posizione delle confederazioni sugli incentivi alle imprese specificando che senza selettività non si favorisce innovazione e dunque crescita duratura per il tessuto economico né si aumenta la qualità del lavoro. Direzione peraltro confermata nella riforma della legge provinciale 6 che cancella anche la procedura negoziale. Tema su cui Cgil chiede un passo indietro per far valere la voce nella lavatrice dei lavoratori, quando le aziende Trentino ricevano ingenti contributi dalla Provincia. Faggioni infine ha sottolineato i numerosi tentativi fatti da Cgil Cisl Uil in questi quattro anni per aprire un confronto costruttivo con l’Esecutivo.
Trento, 15 dicembre 2022