“Finanziaria iniqua che lascia indietro i più fragili e aiuta ricchi ed evasori”
Cgil e Uil protestano per cambiare la finanziaria del governo Meloni
Una finanziaria che non dà risposte alle lavoratrici e ai lavoratori sul caro vita, che lascia indietro i più fragili e sostiene i più ricchi e rischia di favorire gli evasori. Sono queste alcune delle ragioni per cui la manovra del Governo Meloni va cambiata. Lo hanno ribadito Cgil e Uil oggi a Trento aderendo alla mobilitazione indetta a livello nazionale e che si sta svolgendo in tutte le regioni tra il 12 e il 16 dicembre. Le categorie della Cgil e alcune categorie Uil hanno scioperato a sostegno della protesta.
I sindacati chiedono:
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di aumentare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro;
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di eliminare le forme di lavoro precario e di non tornare indietro sui voucher, che non garantiscono diritti e tutele
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una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività;
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la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà;
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la rivalutazione delle pensioni;
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risorse per il diritto all’istruzione, per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia;
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di cancellare la Legge Fornero e introdurre: l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi.
Per Cgil e Uil la legge finanziaria nazionale è sbagliata anche perché:
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proprio mentre l’inflazione sta mangiando il potere d’acquisto di retribuzioni e pensioni, premia gli evasori e, con la flat tax fino a 85.000 euro per il lavoro autonomo, rende ancora più ingiusto il sistema fiscale, sempre più scaricato sul lavoro dipendente, che a parità di reddito paga il triplo;
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trasforma le tasse sugli extraprofitti frutto della speculazione sul caro energia in “contributo di solidarietà straordinario” e cambia platea e metodo di calcolo, riducendo gli 11 mld, attesi dalla tassazione di Draghi, a 2,6 mld;
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taglia le risorse a sanità e scuola, che pagano pesantemente il prezzo dell’inflazione;
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non da risposte ai più poveri;
Trento, 14 dicembre 2022