Sanità pubblica a rischio privatizzazione
I dati confermano: aumento di risorse verso il privato, mentre quelle per il comparto pubblico, a partire dal personale, si riducono
La spesa sanitaria nel 2021, per i trentini, ha ripreso a salire (19 milioni per ticket e 12 per visite specialistiche private, totale 31 milioni) riavvicinandosi ai livelli pre-covid; contestualmente calano i medici di medicina generale con conseguente aumento del numero degli assistiti (1.458 rispetto ai 1.417 del 2019) e il costo del personale diminuisce di circa 3 milioni rispetto al 2020, malgrado il lieve aumento delle unità in servizio (75 in più).
«L’Azienda si affretta a precisare che l’apparente contraddizione (aumento personale/diminuzione del costo) sarebbe dovuta all’erogazione del premio covid nel 2020, ma facciamo notare che anche nel 2021 la giunta ha messo a disposizione 10 milioni per il bonus covid-19 III fase (in precedenza erano 15), e quindi i conti non quadrano», così Luigi Diaspro segretario generale della Fp Cgil, che continua: «In realtà riteniamo che si continui a tirare il freno sul costo del personale, vista l’oggettiva indisponibilità di questa giunta a stanziare risorse congrue così come emerso anche nell’incontro col presidente Fugatti e l’assessora Segnana dello scorso 11 novembre: nulla sulla Sanità nella manovra economica in discussione in Consiglio provinciale, perseverando nelle scelte seguite sin qui, lesinando risorse e/o ritardandole sin che è possibile, com’è successo col rinnovo del triennio 19/21 del quale siamo ancora in attesa di chiudere con gli arretrati.
Significativo anche l’estremo ritardo su temi urgenti come la stabilizzazione dei precari (prevista sin dalla legge di bilancio statale dello scorso dicembre e qui ancora non recepita) o l’introduzione di particolari indennità per il personale sanitario (anch’esse previste a livello nazionale con norme del 2020 e 2021), per non parlare delle difficoltà ad avere un quadro chiaro dei fabbisogni e di un piano straordinario di assunzioni per sostenere complessivamente il sistema».
L’altro punto di estrema preoccupazione per la Fp Cgil è il processo nemmeno più tanto strisciante di privatizzazione della sanità trentina, più volte denunciato e ora reso ulteriormente evidente dall’aumento dei posti letto nelle strutture convenzionate (826, + 100 rispetto al 2019) mentre sostanzialmente stabili sono quelli delle strutture pubbliche (1.445). Tema già emerso in occasione del ricorso sempre più ampio ai cosiddetti gettonisti per coprire vari settori sanitari in difficoltà, con conseguente rischio per la qualità e sicurezza delle prestazioni e l’aumento della spesa per il privato, salvo poi scoprire che alcune soluzioni possono emergere dal confronto sindacale, quali ad esempio adeguando strumenti indennitari del personale pubblico.
«Crediamo che la direzione da percorrere sia quella opposta: rafforzare il sistema sanitario provinciale investendo nel personale e stanziando risorse a partire dalla prossima manovra di bilancio per il rinnovo del triennio 20/22, la revisione dell’ordinamento professionale, la stabilizzazione dei precari, il rifinanziamento dei fondi contrattuali».