Industria trentina. Indispensabile rilanciare la contrattazione e sostenere i salari
Grosselli: “Siamo alla vigilia della recessione. Aumenteranno cassa integrazione e precarietà e la Giunta invece di sostenere i lavoratori pensa a bonus inefficaci e dà contributi anche alle imprese non oneste”
“Il 2021 è stato un anno positivo per l’economia trentina. Purtroppo, però, i buoni risultati registrati dal nostro rapporto sono lontani dalla situazione che stiamo vivendo oggi e da quella che dovremo affrontare nei prossimi mesi”. Il segretario generale della Cgil del Trentino, Andrea Grosselli, commenta dati relativi allo scorso anno sentendo il peso della situazione in deterioramento della nostra economia. “Come ha certificato il Governo prima e il fondo monetario internazionale poi, nei prossimi tre trimestri il Pil registrerà una contrazione. Dopo aver recuperato in poco più di 18 mesi i livelli di ricchezza pre-pandemia, torneremo a breve in recessione. La crescita per il 2023 è pressoché nulla e si materializza così lo spettro della stagflazione”. Una situazione che desta molta preoccupazione in Via Muredei per gli effetti che avrà sull’occupazione e sulla tenuta dei redditi delle famiglie, già messe in difficoltà dall’emergenza carovita. “L’aumento della richiesta di cassa integrazione e i primi segnali di raffreddamento del mercato del lavoro registrati negli ultimi tre mesi, che colpisce giovani e precari, riducono la capacità di reddito delle famiglie proprio mentre i prezzi e le bollette vanno alle stelle. C’è un rischio concreto che migliaia di famiglie anche in Trentino scivolino in povertà. Ed è questa la ragione per cui abbiamo criticato il bonus di 180 euro della Giunta Fugatti. Così com’è formulato non risolve alcun problema”, insiste Grosselli.
La situazione, però, non è negativa in tutti i comparti. Ci sono settori, infatti, che non subiranno una contrazione significativa, come l’edilizia o quelli legati alla transizione ecologica trainati dagli investimenti del Pnrr e dagli investimenti di famiglie ed imprese sul fronte dell’efficienza energetica e delle rinnovabili. E’ da qui che bisogna partire per rafforzare le retribuzioni, rilanciando la contrattazione. “Nel 2021 le imprese hanno accresciuto fatturati e utili, mentre il costo del lavoro è rimasto contenuto. E’ ora di redistribuire anche sulle lavoratrici e sui lavoratori il cui potere d’acquisto è in drammatico calo. E’ previsto, infatti, un incremento dei salari al 3% nel 2023, mentre l’inflazione per la fine dell’anno si attesterà sul 10%”, prosegue il segretario della Cgil lanciando un monito a Piazza Dante. “Su questo fronte serve un impegno politico forte anche della Provincia. Non possiamo non constatare, invece, come la Giunta vada nella direzione opposta a quella di sostenere contrattazione e rafforzamento delle retribuzioni. Nella riforma della legge 6 l’assessore Spinelli ha scelto di non vincolare gli sgravi fiscali per le imprese al rispetto dei contratti firmati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative, aprendo di fatto ai contratti pirata. Vengono lasciati inoltre sgravi Irap a pioggia per 60 milioni di euro. E’ stata nel contempo eliminata anche la procedura negoziale che di fatto cancella ogni meccanismo di confronto con i sindacati la concessione di contributi pubblici. Così si toglie potere alle lavoratrici e ai lavoratori che saranno più deboli ogni volta che vorranno contrattare condizioni migliorative. Per noi è un fatto gravissimo”. Una modifica che fa male anche alle aziende oneste che subiranno dumping e concorrenza sleale. “Questo vuol dire essere nemici dei lavoratori”, conclude il segretario. IN ALLEGATO IL RAPPORTO COMPLETO
Trento, 20 ottobre 2022
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