In Trentino inflazione al 10,4%. “Il bonus da 180 euro è acqua fresca”
Cgil Cisl Uil: solo la Giunta non si accorge che siamo in piena emergenza carovita e perde tempo e risorse con scelte inefficaci e inique
Per il secondo mese consecutivo l’aumento dei prezzi in Trentino va oltre il 10% toccando quota +10,4%. Anche questa volta a trainare in alto l’inflazione sono gli incrementi di prezzo dei beni alimentari e dei prodotti energetici. “Lavoratori e pensionati hanno ben poco da tagliare per arrivare alla fine del mese. I rincari si concentrano su beni essenziali e in Trentino siamo in una vera e propria emergenza che cresce mese dopo mese. Una situazione di cui la Giunta provinciale non sembra essere cosciente viste le scelte operate anche con l’ultima variazione di bilancio in discussione da domani, che ha visto comparire come per magia all’improvviso nuove risorse che la giunta userà per bonus iniqui e inefficaci e per rassicurare gli imprenditori”. Lo dicono i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti che insistono sull’inadeguatezza delle risposte messe in campo dall’esecutivo fino a questo momento. “Il bonus di 180 euro per il caro bollette è poco più che acqua – incalzano i tre sindacalisti -. E come se non bastasse la Giunta prima decide di riconoscerlo a tutte le famiglie, poi annuncia in sordina che pensa di limitarlo a chi ha un Iperf lorda fino a 40 o 50mila euro. Eppure in Piazza Dante dovrebbero sapere che l’Irpef è un indicatore impreciso per valutare i redditi delle famiglie. Non comprendiamo l’ostinazione a non ricorrere all’Isee”.
Cgil Cisl Uil ne fanno una questione di metodo e di merito. Nel merito i 180 euro sono evidentemente briciole per chi deve sostenere aumenti del costo di luce e gas che arrivano a 2.500 euro l’anno a cui si aggiunge l’aumento dei prezzi per i beni alimentari e un molto probabile rincaro dei servizi, compresi quelli pubblici. “Quaranta milioni di euro sono una cifra troppo bassa per sostenere le famiglie in difficoltà. Servono maggiori risorse e serve spenderle in maniera più efficace con provvedimenti che tagliano fuori chi ha più bisogno. La giunta altoatesina è pronta a mettere sul tavolo 230 milioni di euro di aiuti. E vincola i sostegni alle famiglie all’Isee”.
Il tema del carovita si allaccia a filo doppio anche con la questione retribuzione. “Il consiglio regionale è stato solerte a varare gli adeguamenti economici per gli stipendi dei sindaci poche settimane fa, così come poco più di un anno fa, ha costruito un meccanismo che aggancia le indennità dei consiglieri all’inflazione regionale e che porterà nelle loro tasche aumenti del 10%. Il tutto mentre non si muove un dito per incentivare la contrattazione vincolando i contributi alle imprese al rispetto dei contratti e non si mettono in atto misure strutturali per adeguare i trattamenti sociali al reale costo della vita come succede per analoghe prestazioni statali".
I sindacati ribadiscono la necessità di trovare soluzioni concertate per affrontare lo spettro della stagflazione. "Stiamo entrando in una fase difficile per tante famiglie in Trentino. L'economia rallenta e si rischia la recessione con la diminuzione di posti di lavoro e retribuzioni mentre i prezzi continuano a crescere erodendo il potere d'acquisto di lavoratori e pensionati. Per affrontare questa situazione così complessa vanno sfruttate tutte le potestà dell'Autonomia speciale. Chiediamo finalmente che anche piazza Dante riconosca questa necessità cercando finalmente di trovare soluzioni comuni grazie ad un confronto serrato tra sindacati, associazioni datoriali, enti locali e la Provincia autonoma anche in vista della predisposizione della ormai prossima legge di stabilità".
Trento 17 ottobre 2022