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Lavoro agile: strumento strutturale

Diaspro: «Ora concertazioni nei singoli enti per uno strumento strutturale a tutela di salute, ambiente e risparmio energetico»

Lavoro agile:  strumento strutturale

«Abbiamo condiviso con l’assessore Spinelli, nell’incontro del 6 ottobre, la necessità di trovare misure condivise per affrontare il caro bollette per le pubbliche amministrazioni trentine e per continuare a garantire i servizi essenziali sul territorio. Tra queste, il lavoro agile è sicuramente uno strumento utile, ad alcune condizioni» così Luigi Diaspro, segretario generale della Fp Cgil, sul tema del lavoro agile nella pubblica amministrazione in questa fase di caro bollette.

La prima: è stata necessaria una lunghissima discussione prima di siglare l’accordo sul lavoro agile nelle autonomie locali, malgrado il Piano strategico provinciale. Addirittura ancora nulla in Sanità. Le resistenze hanno riguardato soprattutto l’ansia del controllo, la verifica dell’orario e del luogo di lavoro, l’individuazione unilaterale di chi potesse o meno accedervi, il timore che si potesse trasformare in un diritto soggettivo!

Ebbene, se oggi ci si rende conto – purtroppo a causa della seconda emergenza di fila, prima pandemica ora energetica – che il lavoro agile è lo strumento utile e necessario per garantire, in condizioni di crisi di vario tipo, continuità del lavoro e dei servizi (sia pubblici che privati), è necessario superare quest’impostazione culturalmente arretrata e dare solidità di prospettiva a questa modalità di lavoro, più diffusa nel privato che nel pubblico. Insomma, non può essere una fisarmonica che le pubbliche amministrazioni utilizzano a seconda dei bisogni: in emergenza spariscono tutti i se e tutti i ma, in questo caso in nome del risparmio energetico, e nell’ordinarietà invece tentennamenti, limitazioni, ansia del controllo.

La seconda: nel pubblico come nel privato, c’è da considerare che il costo energetico viene scaricato dagli enti sui singoli lavoratori, anch’essi alle prese con bollette quadruplicate e con potere d’acquisto sempre più eroso dall’inflazione.

Terza e in conclusione: la sperimentazione, purtroppo forzata, del lavoro agile nella pubblica amministrazione trentina è stata fatta su larghissima scala e in quasi tutti gli enti (Provincia, Comuni, Comunità, Enti strumetali, etc.). I dati ci dicono che la famosa produttività non è affatto diminuita anzi aumentata, con gradimento di buona parte del personale e dell’utenza oltre che dei dirigenti degli uffici, salvo casi specifici. Inoltre, dati economici, politici e sociali ci dicono che il mondo non sarà più quello di prima, che le crisi energetica, ambientale, sanitaria non si risolveranno a breve.

Per questo è necessario, e come Fp Cgil lo chiediamo, a partire dalle imminenti concertazioni con Provincia, Comuni, Comunità, Fondazioni, etc., di guardare al lavoro agile con maturità, ragionevolezza e soprattutto prospettiva.

 

 

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