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Magazzino Sait, dalla Giunta solo parole tardive

Sindacati: nessun confronto con l’assessore alla Cooperazione da sei mesi. E anche le prese di posizione delle forze politiche arrivano a licenziamenti già firmati. Prima solo silenzio assordante

I licenziamenti sono ormai un dato di fatto. Fino a mercoledì i lavoratori Sait sono stati dispensati dal presentarsi al lavoro. Da giovedì sono ufficialmente senza un’occupazione. In questa situazione, che peraltro è nota da gennaio, leggere le parole dell’assessore alla Cooperazione Tonina o le prese di posizione delle varie forze politiche suscita ulteriore amarezza perché né la Giunta si è fatta carico del destino di questi 70 lavoratori agendo da mediatore o per favorire soluzioni concrete né alcuna forza politica, a parte qualche rarissima eccezione, ha preso posizione o criticato il processo di esternalizzazione avviato da Sait sulla pelle dei propri dipendenti. Oggi qualsiasi parola non è solo tardiva, ma è inevitabilmente legata alla campagna elettorale in corso. Il destino dei lavoratori poco conta”. Sono queste le parole dei segretari di Filcams, Fisascat e Uiltucs, Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Walter Largher.

I sindacati confermano di avere incontrato l’assessore Tonina il 24 febbraio scorso, poi dalla Provincia nessun interessamento alla questione. Almeno sul fronte registrato dai sindacati. “Non è questione di rigidità di posizioni. Ai lavoratori è stato offerto solo di peggiorare le loro condizioni. Per noi e per loro un ragionamento che partiva da questo presupposto era e resta irricevibile. C’erano strade alternative”.

Bassetti, Avanzo e Largher sottolineano anche che i licenziamenti hanno ottenuto l’avvallo del consiglio di amministrazione Sait, dunque anche delle famiglie cooperative socie, e la stessa Cooperazione non ha mai criticato l’operazione.

Nel sistema della cooperazione di consumo il sociale è ormai poco più che una strategia di marketing. Basti pensare anche al ricatto che stiamo subendo nella trattativa per il rinnovo contrattuale delle Famiglie Cooperative durante il quale continuamente viene minacciata la disdetta contrattuale e il numero considerevole di dimissioni che interessa il Superstore di Trento. Affermare, dunque, che questa “presunta ottimizzazione organizzativa” consenta anche indirettamente di proseguire la funzione sociale delle famiglie cooperative nei piccoli centri è l’ennesima ipocrisia di Sait e di questo sistema”.

Infine i dubbi sul futuro dei 60 addetti. “La ricollocazione non sarà una strada in discesa. Non lo è stato nemmeno nel 2018, quando la cooperazione si era impegnata, più a parole che nei fatti, a reimpiegare parte dei lavoratori licenziati da Sait. L’autunno che ci attende sarà complesso sul piano dell’economia e dell’occupazione. C’è poco da essere fiduciosi per chi da giovedì inizia la disoccupazione”, concludono.

 

Trento, 29 agosto 2022

 

 

 

 

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