Muse, la Fp Cgil risponde a Zecchi
Luigi Diaspro e Roberta Piersanti sulle dichiarazioni del presidente
Condividiamo col presidente Zecchi le parole sul Muse quale luogo in cui scienza, cultura e formazione dovrebbero guidare e illuminare le forme di convivenza e, aggiungiamo noi, le tutele dei diritti del lavoro e la crescita, per questo contiamo sul suo sostegno per superare definitivamente una situazione che contrasta plasticamente questo assunto.
A differenza di quanto abbiamo potuto leggere nel comunicato del Muse che, in buona sostanza, oltre ad autoassolversi da qualsivoglia responsabilità derubricava le ragioni degli abbandoni di oltre 120 persone - con rapporto di lavoro a tempo indeterminato! - all’esigenza individuale di collocazione in altri enti più gratificanti e remunerativi anziché ammettere il fallimento di una politica del personale che si lascia sfuggire fior di professionisti (dopo aver investito sulla loro formazione) perché non si è in grado e/o non si vuole garantire loro una conciliazione minima e necessaria tra tempi vita/lavoro e/o la possibilità di altri lavori part time per arrivare a fine mese, le parole del presidente Zecchi sulla necessità di aprire un tavolo di confronto per trovare soluzioni condivise sono apprezzabili perché riconoscono il problema e aprono al dialogo.
Non vorremmo però, e non lo pensiamo, che si tratti di parole di circostanza visto che il CdA tempestivamente chiarisce che la gestione del personale non è affar suo ma della direzione, alimentando il gioco dello scaricabarile già ampiamente praticato in questi anni tra Muse e Cooperative.
Siamo a un punto di non ritorno: il personale è sfiduciato e ha affidato alla Fp Cgil la valutazione di una vertenza anche legale per il riconoscimento giuridico ed economico dei diritti palesemente violati in questi anni, a partire dall’indennità di appalto all’orario di lavoro sino all’uso arbitrario di ferie e permessi per il completamento dell’orario. Questo per il passato e il presente.
Per il futuro non ci sono altre strade che la reinternalizzazione di tutti i servizi del Muse oggi in appalto, l’applicazione corretta del Ccpl, la valorizzazione del personale, formazione, riqualificazione, contrattazione dell’orario di lavoro. Il concorso in atto è solo un primo – positivo – segnale, per il quale la Fp Cgil si è a lungo battuta in questi anni. Ma non basta, bisogna proseguire su questa strada per garantire alle lavoratrici e ai lavoratori il giusto riconoscimento del valore del proprio lavoro grazie al quale, evidentemente, il Muse continua ad assicurare attrattività a tutto il territorio.
Auspichiamo che il presidente Zecchi possa condividere e sostenere autorevolmente questa prospettiva.