Assestamento, più risorse per le famiglie
Sindacati: misure urgenti contro il carovita e investimenti per l'emergenza ambientale
Il rallentamento della crescita economica che aumenta l’instabilità e la precarietà dei nuovi rapporti di lavoro, la particolare situazione demografica che rende meno dinamico il nostro mercato del lavoro, l’asfittica dinamica delle retribuzioni che non permette più nemmeno il recupero del potere d’acquisto nominale delle famiglie a reddito fisso, l’aumento costante dei prezzi dell’energia e delle materie prime che deprime i consumi e mette a rischio il ciclo economico a livello locale, gli effetti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici che in Trentino risultano particolarmente impattanti per un territorio alpino già fragile. Sono queste le sfide che richiedono politiche ad hoc, non estemporanee ma tali da sostenere nel breve e nel medio periodo la crescita economica, la qualità dell'occupazione, l’inclusione sociale e la sostenibilità ambientale. «Priorità – hanno evidenziato Cgil Cisl e Uil nell’incontro che si è tenuto oggi con la giunta provinciale – che dovranno trovare spazio anche nella prossima manovra di assestamento».
Tra i temi in discussione – portati all’attenzione del governatore Maurizio Fugatti dai segretari generali Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil) – quello del carovita e dell’aumento delle bollette di energia e gas: «La marcia indietro della Giunta sulla questione dell’esenzione dall’addizionale regionale all’Irpef è una prima risposta ancorché tardiva, perché ripristina, migliorandolo, il livello di riduzione fiscale introdotto dall'ultima giunta di centrosinistra. Alle famiglie, alle prese con il caro-energia, servono però interventi immediati che non possono attendere l’entrata in vigore nel 2023 dei nuovi limiti per l’esenzione dell’addizionale Irpef. Per questo – hanno insistito i sindacalisti – chiediamo che i 25 milioni annunciati a marzo per il bonus provinciale per le bollette vengano spesi subiti senza escludere come fatto finora le famiglie con figli minori già beneficiarie dell’assegno unico provinciale, ma coprendole tutte con un intervento una tantum superiore a quello previsto oggi».
Sul tema delle politiche sociali, i sindacati confederali hanno sottolineato quanto il sistema di welfare debba essere parte integrante di una politica provinciale dei redditi: «All’interno di questo sistema operano decine di migliaia di persone, molte delle quali fuori dal perimetro pubblico, i cui contratti purtroppo sono stati rinnovati solo con anni di ritardo rispetto alle loro scadenze naturali. Crediamo infatti che sia arrivato il momento di investire nuove risorse nel settore, nel duplice obiettivo di dare risposta puntuale ai bisogni di assistenza delle persone anziane e di garantire un miglioramento delle condizioni di lavoro di migliaia di operatori del terzo settore che non vedono rinnovato il contratto collettivo provinciale da oltre un decennio». Sempre in tema di politiche sociali, la questione «casa», che con l’inflazione galoppante rischia di diventare una vera e propria emergenza sociale: «La Giunta su questo fronte è del tutto immobile. Mentre il fabbisogno di alloggi a canone sociale aumenta, Itea non riesce neppure ad assegnare gli alloggi ancora liberi, alimentando così il bisogno abitativo dei ceti più deboli che non riescono a rivolgersi al mercato immobiliare». Tra le proposte dei sindacati «per finanziare le nuove iniziative e le riforme necessarie, in analogia a quanto fatto dalla Giunta Kompatscher in Alto Adige», l’eliminazione degli sgravi Irap non selettivi garantendo: «Così è possibile garantire un aumento del budget provinciale tale da permettere nuovi investimenti nell’assistenza, nella sanità e nelle politiche per la casa».
Apprezzamento per lo stanziamento delle risorse per chiudere il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici concordate dalla Giunta con le organizzazioni sindacali: «Ora però si deve velocemente riaprire il tavolo negoziale per individuare, fin dal bilancio 2023 le risorse necessarie per rinnovare i contratti pubblici per il triennio 2022-2024», osservano i sindacati. Che sempre in tema di contratti rilanciano con la richiesta di «promuovere una nuova stagione di contrattazione nei settori privati»: «Abbiamo sollecitato, condividendo questa priorità con le associazioni datoriali, gli interventi necessari a dare attuazione agli accordi interconfederali sulla rappresentatività anche in Trentino e quelli indispensabili ad escludere dai contributi provinciali le aziende che fanno dumping contrattuale applicando contratti diversi da quelli firmati dai sindacati maggiormente rappresentativi. Su questo fronte stiamo attendendo da troppo tempo un’iniziativa della giunta che ancora oggi colpevolmente latita».
Un richiamo alla giunta, da parte di Cgil Cisl e Uil, anche sui temi della sostenibilità ambientale: «Come avevamo scritto nel documento unitario di osservazioni al bilancio provinciale di previsione per il 2022, la Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile andava tradotta subito in scelte concrete e vincolanti. Per questo come organizzazioni sindacali avevamo proposto per esempio che il 60% delle risorse europee finanziate sul fondo FESR in Trentino - circa 180 milioni in sette anni - fossero dedicate alla transizione ecologica del territorio e delle nostre imprese. Purtroppo la Giunta provinciale aveva deciso che di non accogliere questo suggerimento. Saranno così minoritarie le risorse dedicate allo sviluppo sostenibile sulla programmazione dei fondi strutturali europei 2021-2027. Una scelta che può essere rivista anche subito alla luce della emergenza energetica in atto. Servono ad esempio politiche strutturali che sostengano gli investimenti privati nella produzione di energia fotovoltaica».