Famiglie cooperative, senza contratto da oltre 4 anni
La protesta dei lavoratori e delle lavoratrici
«Il Contratto Integrativo Provinciale delle Famiglie Cooperative del Trentino è scaduto da quattro anni e mezzo». Cgil, Cisl e Uil – attraverso le categorie Filcams, Fisascat e Uiltucs – lo hanno ribadito anche oggi, convocando i lavoratori davanti alla sede della Federazione della Cooperazione Trentina. «I numerosi tentativi per richiamare i rappresentanti delle Famiglie Cooperative alle loro responsabilità e ottenere finalmente un rinnovo contrattuale si sono dimostrati vani – affermano Paola Bassetti (Filcams), Fabio Bertolissi e Lamberto Avanzo (Fisascat) e Vassiolios Bassios (Uiltucs) – per questo abbiamo deciso di protestare proprio qui in via Segantini». Una mobilitazione che ha già ottenuto un primo risultato: «Siamo stati ricevuti dal vicepresidente di FederCoop Italo Monfredini e dal direttore Alessandro Ceschi. Ci è stata garantita la convocazione di un tavolo entro fine mese». Ma se non ci saranno risposte, la mobilitazione continuerà a partire da settembre: «Questo è certo – affermano i sindacalisti – perché il contratto integrativo delle 70 famiglie cooperative trentine è scaduto da 54 mesi e 1.800 lavoratrici e lavoratori attendono un rinnovo che non arriva proprio perché i vertici delle coop si sono fino ad ora sottratti al confronto con i sindacati, nel silenzio assordante dell’intera Federazione».
Per Bassetti, Bertolissi, Avanzo e Bassios «i dipendenti sono stanchi di vedere ignorate le loro richieste»: «Era stato programmato un incontro l’11 marzo scorso, annullato dalle famiglie cooperative con l’impegno di aprire il tavolo contrattuale entro Pasqua. Settimane e mesi sono passati senza che ci sia stato alcun incontro. Le famiglie cooperative hanno recuperato la sostenibilità economica, mentre i lavoratori e le lavoratrici sono in affanno per il carovita. Questa situazione non è più tollerabile». Le Famiglie Cooperative, oltre al piano occupazionale, supportano anche l'economia delle nostre valli, grazie ai 350 punti vendita diffusi sul nostro territorio che rappresentano dei presidi sociali e culturali, non solamente economici: «Abbiamo l'onere e l'onore di preservare queste realtà, proprio a partire dalle lavoratrici e lavoratori che ogni giorno provvedono a fornire un servizio indispensabile alla popolazione trentina». La scarsa attenzione dimostrata dalla cooperazione nel valorizzare questa preziosa realtà è infatti motivo di preoccupazione: «Oggi abbiamo ritenuto giusto lanciare un grido di allarme, con la speranza che davvero la Cooperazione trentina decida presto di sedersi al tavolo e firmare il rinnovo del Contratto integrativo. Se non avremo risposte, la mobilitazione continuerà fin dal prossimo settembre».
Trento, 1° luglio 2022