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Trentino ad un passo dall’emergenza carovita

Ad aprile l’inflazione ancora al 6,9% mentre nel resto d’Italia lieve frenata Sindacati: basta fare cassa sulle risorse per le famiglie. Serve rafforzare subito gli interventi straordinari per il caro bollette. Le risorse ci sono. La giunta agisca

Trentino ad un passo dall’emergenza carovita

Non si inverte il trend dei prezzi in Trentino. Ad aprile l’inflazione resta al 6,9%, stabile rispetto a marzo e in forte crescita rispetto ad un anno fa. Nel resto d’Italia invece si assiste ad una frenata sia su base annua che su base mensile e il dato medio si attesta a 5,8% rispetto al 6.4% dell’ultima rilevazione Istat. Trento, dunque, resta insieme a Bolzano la provincia dove il caro vita si fa sentire in modo più forte colpendo in modo drammatico il potere d'acquisto delle famiglie che vivono con redditi fissi e con retribuzioni più basse di quelle dei territori vicini rispetto ad un anno fa.
“Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza – sottolineano i segretari di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Le famiglie di lavoratori e pensionati non potranno sopportare ancora a lungo questo trend e il rischio di impoverimento di un’ampia fascia della popolazione trentina è più che concreto”.
I sindacati puntano il dito contro l’inadeguatezza delle misure messe in campo fino a questo momento dalla Giunta, parlando di interventi limitati e tardivi come nel caso del bonus energia. “Al di là dell’imponente investimento comunicativo il bonus bollette della Giunta Fugatti è meno di un pannicello caldo, perché taglia fuori oltre 10mila famiglie con figli minori – incalzano i segretari -. Ed è sconcertante che pur di fronte ad una disponibilità di risorse per aiutare i nuclei familiari le casse di Piazza Dante restino serrate per le famiglie”.
Per Cgil Cisl Uil i 25 milioni di euro stanziati per il bonus bollette, e che in buon parte resteranno inutilizzati per i criteri eccessivamente restrittivi imposti dall’Esecutivo, non solo vanno spesi tutti con nuove misure a sostegno di una fascia più ampia di popolazione, ma vanno anche aumentati. “Se è vero come è vero che arriveranno i nove decimi del gettito derivante dalla tassazione degli extraprofitti, è indispensabile agire con misure strutturali che diano ossigeno alle famiglie. La Giunta non può continuare ad ignorare questa situazione, lasciano le famiglie trentine in difficoltà enormi, dimenticando le ricadute negative anche sul Pil provinciale dato dalla riduzione dei consumi non indispensabili. La continua riduzione del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati danneggia anche l’economia locale.”
Per questo Cgil Cisl Uil rilanciano le loro proposte a cominciare dall’adeguamento delle misure del welfare provinciale all’aumento dell’inflazione, passando dall’estensione dell’esenzione dell’addizionale regionale Irpef fino ad almeno 20mila euro per arrivare ad innalzare la deduzione dei redditi da lavoro femminile, eliminando magari una volta per tutte la discriminazione tra famiglie italiane e straniere già più volte bocciata dai tribunali di Trento e Rovereto.

Trento, 17 maggio 2022

 

 

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