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Pubblico impiego, ancora logiche di logoramento

Dal patto del 15 dicembre tre mesi e mezzo di nulla

Pubblico impiego, ancora logiche di logoramento

Grazie alla mobilitazione di migliaia di lavoratrici e lavoratori, il 15 dicembre scorso è stato siglato il Patto che ha consentito lo stanziamento di risorse per i contratti, per la revisione degli ordinamenti professionali, per le indennità in sanità, per l’equiparazione economica del personale delle Case di Riposo con la sanità, disegnando una road map per recuperare il tempo colpevolmente perduto in Trentino in tema di pubblico impiego e sanità. Al contrario, a tale impegno non sono ancora seguiti i fatti, e l’assenza di una convocazione per l’apertura dei tavoli in sede Apran malgrado le Direttive – giunte peraltro anch’esse colpevolmente in ritardo e solo dopo la nostra sollecitazione – sta a lì a dimostrare che l’atteggiamento sul pubblico impiego non è affatto mutato.

Così Luigi Diaspro – Segretario Generale della Fp Cgil che interviene sul tema dopo i colleghi di Fenalt e Cisl – che stigmatizza il particolare dinamismo della giunta su tutti i temi compresi aumenti delle indennità dei consiglieri ed eventi e megaspettacoli ma che, sul pubblico impiego proprio non riesce a ingranare. Mancano tuttora gli stanziamenti delle indennità per Infermieri, OSS e Professionisti Sanitari per il personale del Pronto Soccorso, in un comparto come quello della Sanità che per tutto quanto sta affrontando in questo periodo meriterebbe una corsia preferenziale almeno pari a quella del concerto di Vasco, per rinnovare il contratto e riqualificare e riconoscere professionalità, competenze e retribuzioni alle tante professionalità che fanno parte del sistema.

Siamo intervenuti di recente anche sul tema delle Case di Riposo, dove anziché affrontare la grave carenza di personale e la fuga verso la sanità di Infermieri e Oss rinnovando il contratto e valorizzando le professioni si pretende di sopperire alla mancanza di Oss con breve formazione del personale Ausiliario mettendo a rischio la qualità dei servizi e mortificando professionalità e retribuzioni del sistema.

Sul versante dei Comuni e Comunità di Valle - visto il sostanziale flop della tanto sbandierata riforma istituzionale – sarebbe da affrontare l’enorme difficoltà di reclutamento di personale nei piccoli comuni per la poca attrattività e le alte competenze richieste a fronte della sempre maggiore complessità delle procedure pubbliche, riflettendo sull’esperienza delle gestioni associate e sulle fusioni o su alternative che consentano di rivedere e valorizzare le funzioni degli enti intermedi, e invece ci si attarda con impuntature sulle modalità di regolamentazione del lavoro agile di fatto bloccando il lavoro di mesi al tavolo negoziale e consegnando al Trentino ulteriore primato di arretratezza anche di cultura gestionale del personale pubblico.

Per non parlare del tema dello stanziamento degli arretrati per il triennio 2019/2021 con la manovra di assestamento per tutti i Comparti - Provincia, Comuni, Apsp, Sanità e Ricerca – per i quali non siamo disponibili a fare sconti.

È evidente pertanto – conclude Diaspro - che se su tutti questi temi e malgrado gli accordi del 15 dicembre ancora non ci fosse consapevolezza da parte della Giunta e di Apran dell’urgenza di confronto per trovare soluzioni e si pensasse di fare ancora cassa sulla pelle dei lavoratori pubblici del Trentino per imminenti operazioni elettoralistiche; preannunciamo sin d’ora la riapertura della stagione della mobilitazione.

 

 

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