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Aggressioni in carcere. FP CGIL in piazza al fianco degli agenti di Spini

La salute e la sicurezza degli agenti di polizia penitenziaria del carcere al centro dell’attenzione pubblica e delle istituzioni

Aggressioni in carcere. FP CGIL in piazza al fianco degli agenti di Spini

La salute e la sicurezza degli agenti di polizia penitenziaria del carcere al centro dell’attenzione pubblica e delle istituzioni. Per questo FP CGIL del Trentino e le altre Organizzazioni Sindacali hanno organizzato tre presidi tra il 31 marzo e il 4 aprile. Tre manifestazioni per lanciare un grido di protesta contro carenze che da tempo mettono a repentaglio la salute e la sicurezza degli agenti di Spini di Gardolo.

Dopo la recente aggressione costata 10 giorni di prognosi ad un agente serviva dare un segnale deciso di protesta. Questo perché l’episodio avvenuto all’interno dell'istituto penitenziario di Spini di Gardolo non può essere considerato isolato. Infatti, appare ormai lampante lo stretto legame tra aggressioni ricorrenti ai danni di agenti e carenze strutturali dell’amministrazione carceraria. Mancano personale di polizia penitenziaria e servizi adeguati per i detenuti psichiatrici.

D’altronde, non lasciano dubbi le parole del delegato della FP CGIL Gioacchino Ernandes:

“Al ripetersi di ogni episodio abbiamo manifestato la nostra preoccupazione, chiesto nuove assunzioni e l’istituzione di un servizio specializzato per i detenuti con problemi psichiatrici . Non vi è altra via d’uscita da questa pericolosa spirale di violenza all’interno delle mura dell’istituto penitenziario se non attraverso l’implementazione dei servizi e del personale”

In effetti i numeri forniti dalla Direzione Generale del Personale del Ministero delle Giustizia parlano chiaro e sono impietosi. Infatti, il personale effettivamente in servizio conta solo 145 unità a fronte di una pianta organica che ne prevede 227. Bisogna anche considerare distacchi, congedi, malattie, permessi studio, tutti fattori che riducono ulteriormente il reale numero del personale impiegato.

Le carenze d’organico hanno portato a un sovraccarico di lavoro per gli agenti che si trovano costretti a dover ricorrere alle prestazioni di lavoro straordinario al fine di garantire continuità al servizio dell’istituto penitenziario. Si tratta, inoltre, di agenti la cui età media inesorabilmente continua ad essere più alta, di professionisti con il delicato compito di dover gestire una popolazione carceraria di circa 320 detenuti, ben oltre la capienza di 240 che dovrebbe accoglierne la struttura come risulterebbe dall’accordo tra accordo Provincia di Trento e Ministero.

Poi vi è un altro punto dolente: l’OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario) che si occupava dei detenuti con patologie psichiatriche è stato eliminato per legge da alcuni anni. Una chiusura del servizio che la FP CGIL aveva salutato con favore per le tante polemiche connesse allo stesso. Il problema è che quel servizio non è mai stato adeguatamente sostituito. Infatti le attuali residenze per le esecuzioni di misure di sicurezza (REMS) possono ospitare solo 10 pazienti, tutti gli altri restano in carcere. Facile comprendere gli accresciuti rischi che ne derivano e che gli agenti si trovano ad affrontare quotidianamente.

Una storia, quella del carcere di Spini, che è andata avanti anche durante i mesi più duri della pandemia, quando si è reso necessario far fronte alle numerose assenze dei colleghi malati.

“Sia chiaro - continua Virruso - tutte mansioni che gli agenti di Gardolo hanno sinora svolto con dedizione e professionalità, consci dell'emergenza che da anni si sono trovati a dover gestire. Ma adesso le crepe del sistema sono davvero ampie ed evidenti e mettono a rischio la loro incolumità psico-fisica. Se, spesso, proprio l’ esperienza degli agenti ha permesso di evitare che le aggressioni finissero peggio, ciò non significa che tale situazione possa reggere per molto continuando a confidare nelle loro capacità e nella buona sorte”.

Perché il rischio che FP CGIL teme è che questo pericoloso concatenarsi di eventi che ha generato la situazione attuale, possa acuirsi di giorno in giorno fino a degenerare in episodi più spiacevoli.

Da qui nasce la necessità di coinvolgere maggiormente le istituzioni. Serve far emergere pubblicamente e con forza il disagio che si trovano quotidianamente ad affrontare i poliziotti dentro le mura del carcere.

I tre presidi avranno inizio alle ore 9.30 presso il Commissariato del Governo di Trento. Successivamente proseguiranno nel pomeriggio sempre a Trento alle 14.00 di fronte al palazzo della Provincia. Infine il 4 aprile alle 10.30 a Padova l’ultimo presidio di fronte al Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria.

FP CGIL, OSAPP, UIL PA-PP e FNS CISL unite con bandiere, slogan e striscioni per dire basta e mettere definitivamente alle spalle una gestione indecorosa delle carceri e del lavoro degli agenti di polizia penitenziaria. In attesa che, finalmente, chi di dovere la smetta di lasciare soli i poliziotti e provi ad ascoltarli per attivare servizi indispensabili e procedere con nuove assunzioni. In fretta e senza indugi.

 

 

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