Riforma della sanità. Urgente il confronto coi sindacati
L'intervento del segretario della Fp Cgil Luigi Diaspro
Le iniziative della giunta, come quella di incontrare i rappresentanti dei territori per illustrare i contenuti della riforma sanitaria o i patti di lavoro con gli ordini professionali, seppur legittime e auspicabili, non possono escludere i soggetti che hanno piena titolarità di rappresentanza del personale.
Alla fine del 2021, e solo dopo la proclamazione di uno sciopero che sarebbe stato storico per ampiezza e partecipazione e dopo due anni di dinieghi, la giunta Fugatti ha mostrato di comprendere e riconoscere la fondatezza delle richieste dei lavoratori del sistema pubblico trentino. Registriamo invece e di nuovo una difficoltà a strutturare un ambito di confronto col sindacato in tema di salute, che non può essere la mera illustrazione di slide: è la priorità che poniamo all’intera giunta provinciale e all’Azienda sanitaria.
«È giunto – afferma il segretario della Fp Cgil Luigi Diaspro – il momento di un cambio di rotta. Occorre dialogare con tutti gli attori del sistema ma a partire da questioni come organici, ruolo, funzioni e carichi di lavoro del personale del “Ssp”. Nessuna riforma è possibile se si prescinde dalla grave carenza di medici, infermieri, oss e di tutte le preziose professioni che rendono esigibile il diritto alla salute, se non si affrontano i nodi della valorizzazione professionale e del peso che sta assumendo il sistema privato convenzionato.
Le nostre osservazioni sulla proposta di riforma, le ultime il 18 gennaio, non hanno ricevuto riscontro. I temi sono rilevazione dei fabbisogni, riconoscimento delle competenze maturate, piano straordinario di assunzioni, formazione continua, revisione degli accessi universitari e delle specializzazioni, rapida approvazione di un nuovo Ordinamento professionale e di un nuovo sistema di classificazione, veloce chiusura del contratto collettivo 2019-2021 alla luce degli stanziamenti della legge di stabilità 2022, riconoscimento di arretrati e indennità, rafforzamento delle norme di sicurezza per le aggressioni in servizio, tempi e turni di lavoro, conciliazione vita lavoro».
Fp Cgil condivide ad esempio i dubbi e le riflessioni su Distretti e Case della Salute espressi dalla Consulta provinciale, sulla necessità di rafforzare la medicina territoriale e la prevenzione, come anche la proposta del superamento del rapporto in convenzione dei medici di base, perno del piano di riforma del Servizio socio sanitario nazionale (Sssn) lanciato dalla Fp Cgil nazionale.
«Si corre il rischio di disperdere i finanziamenti del Pnrr in opere e strutture murarie senza pensare ai professionisti che le dovranno far funzionare». Se si trascura la necessità di investire prioritariamente sul capitale umano, quei finanziamenti finiranno per favorire inevitabilmente la privatizzazione dell’assistenza e dell’integrazione socio sanitaria. Tendenza già in atto con l’attivazione di nuove convenzioni per ortopedia (5 milioni) e il contributo (1,5 milioni) per diagnostica e alcune prestazioni specialistiche per lo smaltimento delle liste d’attesa.
Occorre intervenire con una prospettiva strategica di rafforzamento della sanità pubblica, con investimenti che servono nell’immediato anche per fermare un trend che vede molti professionisti dimettersi per condizioni di lavoro insostenibili, cui si aggiungono tanti pensionamenti, con il rischio della garanzia del diritto universale e costituzionale alla salute per tutti i cittadini.