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“No” a strumentalizzazioni

I lavoratori della sanità trentina garantiscono assistenza e cura a tutti i cittadini

“No” a strumentalizzazioni

Il diritto alla salute è un bene supremo e universale garantito a tutti i cittadini, questo avviene grazie a chi concretamente opera all’interno delle strutture sanitarie. In Trentino questo diritto è assicurato ogni giorno dalle migliaia di operatori che, malgrado le gravissime difficoltà prodotte dalla pandemia, continuano a svolgere con generosità e spirito di sacrificio il proprio lavoro nelle nostre strutture sanitarie, pubbliche o private che siano.

 

Sono pertanto del tutto inaccettabili iniziative che, basandosi su notizie diffuse con particolare clamore ma tuttora oggetto di doverosa verifica da parte degli organi competenti, possono anche lontanamente mettere sotto accusa quelle stesse lavoratrici e quegli stessi lavoratori. In prima linea nelle fasi iniziali della pandemia, quando non c’erano nemmeno i dispositivi di protezione individuale, così come durante tutti questi lunghi mesi con turni sempre più massacranti per fronteggiare, oltre ai contagi, le carenze croniche di personale, le assenze per quarantene e i vuoti lasciati da chi ha scelto di non vaccinarsi; bardati come palombari nei reparti covid: questi professionisti non possono oggi inopinatamente essere accusati di rifiutare le cure a chi non è vaccinato.

È una strumentalizzazione assoluta che va contrastata con forza, per fermare una deriva che sta avvelenando sempre più la nostra società, alimentando conflitti e mettendo sempre più in crisi proprio il nostro sistema sanitario e chi ci lavora.

Fp Cgil non ci sta e prende posizione a seguito delle polemiche nei confronti del sistema sanitario pubblico e delle cliniche private del Trentino: aziende, queste ultime, da qualche giorno accusate di non voler accogliere gli utenti non vaccinati.

Spiegano il segretario generale Luigi Diaspro e i referenti del settore Gianna Colle e Marco Cont: «Ancora una volta, a finire sotto pressione sono i lavoratori e le lavoratrici. In questo caso non per fronteggiare l’emergenza sanitaria, ma per difendersi da accuse strumentali. Per questo motivo vanno ricercati riscontri obiettivi alle accuse di non accettare pazienti non vaccinati nella catena di comando, ma è del tutto evidente che eventuali scelte in tal senso non possono e non debbono in alcun modo essere imputate ai lavoratori e alle lavoratrici preposte all'accoglimento dei pazienti e del front-office o a chiunque svolge il proprio lavoro all’interno delle strutture. Sosteniamo quindi ed esprimiamo piena solidarietà ai lavoratori della clinica Villa Regina di Arco dove, per martedì prossimo, è annunciata una manifestazione no vax».

 

 

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