Vaia, da sciagura ad opportunità. Un green deal per le foreste dolomitiche
Un appello della società civile trentina per riavvicinare la comunità alla gestione responsabile del patrimonio forestale attraverso un patto che rilanci l’utilizzo sostenibile delle risorse e tutti gli attori della filiera
Un “green deal” ovvero un patto per lo sviluppo sostenibile rivolto alle foreste dolomitiche dopo la sciagura di Vaia è stato presentato stamane da diversi rappresentanti della società civile trentina: associazioni del privato sociale ed ambientaliste, organizzazioni sindacali, rappresentanze del mondo dell’impresa, delle professioni e della ricerca.
La tragedia ambientale di Vaia, si scrive nel documento, deve diventare un’opportunità anche attraverso l’iniziativa dal basso dei cittadini, delle loro organizzazioni e associazioni di rappresentanza.
Si tratta di una proposta che non intende sovrapporsi a quanto fatto fino ad ora dalle istituzioni nel dopo-Vaia ma che punta a creare nuovi livelli di responsabilità sviluppando consapevolezza ed iniziativa a partire dalle rappresentanze sociali e poi dagli enti intermedi e dalle istituzioni per rilanciare le politiche per la montagna sia in chiave di protezione sia per quanto riguarda uno sviluppo compatibile con i sui delicati equilibri.
Vaia è anche la dimostrazione di quanto possa succedere quando, a livello globale, si superano i limiti dello sviluppo e di sopportabilità della biosfera. “La nostra generazione – si scrive del documento – è pertanto chiamata o ad assumersi delle precise responsabilità per abbassare gli attuali livelli di consumo, contenere le devastanti emissioni di CO2 e mettere in campo le migliori azioni volte ai cambiamenti di paradigma quali l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, un sistema della mobilità non invasivo ed inquinante, un modello produttivo, agricolo e turistico sostenibili”.
I firmatari propongono pertanto un’azione straordinaria per il rilancio della filiera del legno e la messa in sicurezza del territorio attraverso un green deal che intervenga in forma sinergica sul tessuto forestale compromesso da Vaia sia a livello naturalistico, in una logica di protezione e differenziazione paesaggistica, sia a livello economico ed occupazionale, con nuove iniziative pubbliche e private in piena sinergia ed integrazione con i settori dell’agricoltura e del turismo.
I riferimenti sono al PNRR nazionale, al PSR provinciale e a tutte le politiche, iniziative, nuovi fondi, bandi e risorse che possono essere individuate grazie alla collaborazione fra la società civile e le istituzioni.
Sul piano degli interventi una prima proposta riguarda il rilancio della filiera del legno attraverso nuove politiche di intervento pubblico “con il rafforzamento dei servizi forestali e di vigilanza boschiva, l’assunzione di nuovi lavoratori e lavoratrici, la valorizzazione di nuovi profili professionali legati alla rigenerazione delle foreste nonché il rilancio della ricerca e della formazione”.
Una particolare attenzione dovrà poi riguardare le nuove azioni di rimboschimento, che dovranno tenere conto della necessità di salvaguardare la biodiversità del patrimonio forestale anche attraverso la diffusione di “specie diverse dall'abete rosso, quali il larice, il faggio, l’abete bianco e, a quote inferiori, altre latifoglie come querce, frassini, aceri, diversificando ulteriormente le formazioni”.
Sono poi necessarie azioni immediate per il contenimento del fenomeno di diffusione del bostrico, nonché interventi di supporto e recupero degli spazi compromessi quali le aree naturalistiche di pregio.
Vaia può rappresentare inoltre una grande occasione per una nuova pianificazione del territorio attraverso il modello della zonazione al fine di promuovere le migliori pratiche agro-silvo-pastorali individuando e rafforzando nuove zone di protezione, migliorando i prelievi dove necessario, recuperando alcune aree per l’agricoltura con particolare attenzione alle coltivazioni biologiche e a forme di allevamento coerenti con il modello alpino.
Il bosco rappresenta inoltre una grande destinazione turistica di cui il Trentino ha forse poca consapevolezza. Un patrimonio naturalistico e storico all’interno del quale “sviluppare un rapporto olistico con l’ambiente e dove l'attività motoria risulta rilassante, benefica e salutare. In questo quadro, il bosco rappresenta un grande giacimento per un modello turistico orientato alla responsabilità e alla sostenibilità”.
Attraverso la proposta di un nuovo patto di sviluppo per le foreste dolomitiche i firmatari intendono infine promuovere un tavolo di lavoro permanente delle rappresentanze della società civile per avviare momenti di approfondimento e di proposta in tutti i paesi del Trentino e delle altre regioni dolomitiche attivando e coinvolgendo tutti gli attori della filiera del legno (associazioni di categoria, ASUC, Comuni, Provincia autonoma, enti di formazione, sviluppo e ricerca) per fare delle foreste un luogo attivo di sperimentazione e proposta di un modello di autogoverno partecipato del territorio e di sviluppo virtuoso e sostenibile che guardi al futuro delle nuove generazioni.
Trento, 15 gennaio 2022
ACLI trentine
Ambiente Trentino
ARCI del Trentino
Arte Sella
Associazione Biodistretto di Trento
Biodistretto Val di Gresta
Centro Studi Judicaria
CGIL del Trentino
Circolo di Trento di Legambiente
CISL Trentino
Comitato Scientifico di TSM/STEP, Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio
Confindustria Trento
Federazione Trentina Biologico e Biodinamico
Federazione Trentina della Cooperazione
Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani
Italia Nostra
La Foresta Accademia di comunità
Mountain Wilderness
PAN Studio Associato
PEFC Italia
Slow Food Trentino Alto Adige
Touring Club
UIL del Trentino
Università di Trento, Dipartimento di sociologia e ricerca sociale, Marta Villa, PhD e Research Fellow
WWF Trentino
Prime aziende aderenti:
La Fonte Azienda Agricola di Montagna
Azienda La Meridiana di Francesco Bigaran
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