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Arriva l'assegno unico universale per le famiglie

Sono 70mila i nuclei trentini interessati dalla misura. Pagamenti a partire da marzo

Arriva l'assegno unico universale per le famiglie

Anche in Trentino è già possibile presentare domanda per il nuovo assegno unico universale. E
potrebbero essere quasi 70mila i nuclei familiari con figli con meno di 21 anni di età che
beneficeranno in Trentino del nuovo intervento per le famiglie varato definitivamente dal Governo
Draghi lo scorso 21 dicembre in attuazione del Family Act e che sostituisce il vecchio assegno al
nucleo familiare e le detrazioni fiscali per i figli. La stima della platea dei beneficiari in Trentino si
basa sul fatto che i 108.500 bambini, ragazzi e giovani tra zero e vent’anni residenti in Trentino
sono distribuiti nelle quasi 98mila famiglie con figli censite dall’Istat nella nostra Provincia nel corso del 2019 (l’11,2% composte da nuclei monogenitoriali, mentre il 34,2% sono coppie con un figlio unico, il 35,2% con due figli e il restante 11,2% con tre o più figli).


Come si calcola il nuovo assegno universale. L’assegno varia da un minimo pari a 50 euro
mensili (in pratica 600 euro annui) fino ad un massimo di 175 euro per ciascun figlio. Ma i benefici sono diversi in base alla condizione economica, al numero di figli, alla loro età e al fatto che i genitori lavorino o meno entrambi. I benefici massimi li raggiungono i nuclei familiari con un Isee pari o inferiore a 15.000, mentre a partire da valori Isee pari a 40.000 non si ottengono più di 50 euro mensili per ciascun figlio minore. Il nuovo assegno non concorre alla formazione del reddito complessivo.


Chi potrà riceverlo e da quando. Ma a ricevere l’assegno non saranno solo le famiglie con figli
minorenni come è stato fino ad oggi (anche quelle che sono in attesa di un figlio a partire dal
settimo mese di gravidanza). Per la prima volta infatti sono inclusi anche i figli maggiorenni fino al compimento del 21esimo anno di età, purché studino, lavorino con un reddito inferiore ad 8 mila euro annui o siano in cerca di impiego. Per loro le famiglie potranno ricevere un importo mensile che varia da un massimo di 85 ad un minimo di 25 euro mensili a seconda del valore Isee. Potranno fare domanda anche i cittadini di origine straniera, siano essi appartenenti a Paesi
dell’Unione Europea che ad altri Paesi extra Ue. Unico requisito, oltre ad un regolare permesso di
soggiorno, la residenza in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero la titolarità di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.
Il nuovo assegno unico è compatibile con altri benefici sociali come il reddito di cittadinanza (ma in questo caso verrà riproporzionato) e l’assegno unico provinciale. I primi pagamenti arriveranno sui conti correnti dei beneficiari a partire da marzo 2022 e verranno corrisposti ogni mese fino al febbraio 2023. La domanda va quindi ripresentata ogni anno.

A quanto ammonta l’assegno. Sono previste maggiorazioni per i nuclei che hanno almeno tre
figli e per quelli in cui entrambi i genitori hanno redditi da lavoro. Così, per esempio, un nucleo con due figli minorenni ed un Isee pari a 15.000 potrà ricevere 350 euro al mese per un beneficio annuo di 4.200 euro. Una famiglia con un figlio minore e un Isee medio pari a 25.000 si vedrà garantito un assegno di 125 euro al mese, pari a 1.500 euro annui. A parità di condizione
economica, la stessa famiglia con due figli minori riceverà un sostegno mensile di 250 euro, pari a 3.000 euro annui (che diventano 3.432 euro se entrambi i genitori lavorano). Se poi i figli sono tre l’assegno sale a 432 euro mensili per un beneficio annuo di 5.184 euro annui (che diventa di 5.832 euro se entrambi i genitori lavorano) grazie anche al fatto che, per ogni figlio successivo al
secondo, scatta una maggiorazione tra gli 85 e i 15 euro mensili. Ma se i figli sono quattro o più la famiglia godrà di una maggiorazione forfettaria pari a 100 euro mensili.


Maggiorazioni per i figli disabili. Altre maggiorazioni riguardano i disabili. Per i figli minori con
disabilità, è previsto un contributo aggiuntivo che, in base alle condizioni di salute, va dai 105 agli 85 euro mensili. Per i disabili tra i 18 e i 20 anni la famiglia riceverà invece 80 euro mensili in più rispetto all’assegno normale. Dai 21 anni in avanti le famiglie con figli disabili saranno le uniche a poter continuare a contare sull’assegno unico universale con un contributo di 85 euro mensili per i nuclei con un Isee pari o inferiore a 15.000 che scenderà a 25 euro mensili per quelli con un Isee uguale o superiore a 40.000. Un’ulteriore maggiorazione è prevista per le madri che abbiano meno di 21 anni di età.


Salvaguardia temporanea. Il nuovo assegno di fatto raccoglie in uno strumento unico i vecchi
assegni al nucleo familiare addebitati in busta paga, le detrazioni fiscali per figli a carico e i diversi bonus per le famiglie (resta escluso il bonus nido che continua ad essere erogato dall’Inps). Con il cambiamento dei meccanismi di calcolo e l’introduzione dell’Isee, potrebbero quindi esserci dei nuclei familiari che rischiano di vedersi complessivamente ridotti i benefici per i figli. Così, per questi nuclei il Governo ha previsto un regime transitorio introducendo una clausola di salvaguardia che varrà per i prossimi tre anni e solo per i nuclei con un Isee fino a 25.000 euro. In pratica nel 2022 queste famiglie riceveranno il 100% dei vecchi benefici per i figli se superiori al nuovo assegno unico. Nel 2023 si scenderà al 66% e nel 2024 al 33%, mentre nulla più verrà corrisposto a partire dal 2025.


Come e quando si presenta la domanda. Non sarà più i datore di lavoro a riconoscere l’assegno
in busta paga. Va infatti trasmessa una domanda all’Inps, anche attraverso i patronati, che poi
trasferirà il corrispettivo sul proprio conto corrente. Per fare richiesta, serve però essere in
possesso di un Isee, indicatore della condizione economica familiare, in corso di validità, altrimenti si può accedere, sempre previa domanda, solo agli importi minimi. Il nuovo Isee per il 2022 va quindi richiesto ai Caf abilitati a partire dal 1° gennaio per poter godere degli assegni maggiorati in base alla condizione economica. Non c’è comunque fretta per presentare domanda. Infatti per ricevere gli arretrati a partire da marzo basta presentare domanda all’Inps entro il 30 giugno.


3 gennaio 2022

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