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Sciopero generale. Cambiare si può

In piazza per una maggiore giustizia sociale

Sciopero generale. Cambiare si può

E' stata buona l'adesione allo sciopero generale in Trentino. La mobilitazione indetta a livello nazionale da Cgil e Uil ha visto lavoratrici e lavoratori incrociare le braccia per otto ore per protestare contro una legge di stabilità che il mondo del lavoro ritiene non equa.

In particolare l'adesione è stata buona nel comparto privato. Nel settore Metalmeccanico le punte più alte di adesione allo sciopero. Ad esempio alla Coster Tecnologie Speciali (Calceranica al Lago) adesione al 90%, ZF Padova (Arco) 100%, Meccanica del Sarca (Dro) 80%, Sapes (Storo) 100%; in Dana a Rovereto 50%. Malhe di Gardolo 90%. I dati si riferiscono alla produzione.

Alta l'adesione anche alla San Carlo dove si è fermato il 70% degli operai.

Nel comparto edile e affini l'adesione è stata discreta; buona nelle cartiere. Più modesta l'adesione nel commercio, mentre gran parte dei lavoratori e delle lavoratrici degli appalti non hanno potuto scioperare perchè essenziali (sanificazione, pulizie ospedali, mense) così come il comparto sanità, case di riposo.

Circa trecento lavoratori e lavoratrici trentine, inoltre hanno raggiunto Milano con i pullman di Cgil e Uil per partecipare ad una delle quattro manifestazioni interregionali.

In piazza lavoratori e lavoratrici chiederanno cambiamenti concreti per rafforzare la coesione sociale e territoriale.
Tra i punti di maggiore distanza la riforma del fisco: Cgil e Uil chiedono un intervento fiscale equo per i redditi bassi e medio bassi e una maggiore redistribuzione e progressività. Così come presentata dal Governo la riforma fiscale avvantaggia i redditi più alti. Allo stesso tempo i due sindacati premono per rafforzare la lotta all’evasione fiscale da cui arriverebbero risorse importanti da investire anche per ridurre la precarietà del lavoro e sostenere l’occupazione di donne e giovani.
Altro tema caro alle organizzazioni sindacali è la riforma previdenziale: Cgil e Uil chiedono maggiore flessibilità in uscita, riconoscimento dei lavori gravosi, pensione di garanzia per i giovani e valorizzazione del lavoro di cura.
Tra le altre questioni il rafforzamento del sistema sanitario nazionale che la pandemia ha mostrato in tutta la sua fragilità, misure per contrastare le crisi industriali e le delocalizzazioni selvagge e nuove risorse per rafforzare la transizione ecologica e digitale.

 

 

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