Maratona del Vaccino: Fugatti chiama alle armi i sanitari ma tiene bloccato il rinnovo del contratto
Fp Cgil Luigi Diaspro, Flc Cgil Cinzia Mazzacca, Cisl Fp Giuseppe Pallanch, Cisl Scuola Stefania Galli, Uil Fpl Sanità Giuseppe Varagone, Fenalt Maurizio Valentinotti, Nursing up Cesare Hoffer, Satos Ennio Montefusco
Fugatti “chiama alle armi” il personale sanitario, annunciando una maratona vaccinale per tutelare la popolazione e non tornare ai numeri dello scorso anno, ma anche per una questione economica e per evitare chiusure. Per fare ciò dal 4 all’8 dicembre, dalle 6 del mattino alle 24 di sera, dice di voler aprire tutti i centri vaccinali della provincia.
Ma è accettabile, eticamente ancor prima che a livello sindacale, che questo Presidente prosegua come se nulla fosse a chiedere sforzi immani a un personale letteralmente allo stremo senza dire una parola di risposta alla mobilitazione in atto per rinnovare il loro come gli altri contratti pubblici del Trentino?
Ma davvero pensa di continuare con questo atteggiamento continuamente provocatorio e irresponsabile che sta letteralmente facendo arrabbiare medici, infermieri e altri professionisti sanitari, oss, amministrativi, tecnici e operai del sistema sanitario trentino? O pensa che la condivisione con gli Ordini professionali - che in linea di principio non fa una piega - possa bypassare l'obbligo del confronto con le rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori chiamati a carichi di lavoro ancora una volta eccezionali?
Ha letto – quanto meno - la proclamazione dell’astensione dallo straordinario e dalle attività fuori dall’orario di lavoro ordinario che comincerà proprio il 4 dicembre e durerà sino a quando lui non rinnoverà i contratti 2019/2021 con stanziamenti non inferiori a quelli previsti a livello nazionale?
È quasi un dileggio quello che percepiscono i nostri lavoratori e per questo non sono più disponibili ad accettare uscite di questo tipo: noi sappiamo del ruolo fondamentale del sistema pubblico, Fugatti lo scopre solo quando c'è bisogno? Il Presidente non può pensare di continuare a contare sul senso di responsabilità di chi assicura salute, sicurezza, cura, sostegno, istruzione sul territorio mentre egli, al contrario, mostra assoluta indifferenza, arroganza e irresponsabilità nei loro confronti!
E dovrebbe anche comprendere una volta per tutte il significato di un’azione unitaria sindacale, con una rappresentatività senza precedenti, che riesce a farsi interprete di una protesta altrimenti ben più a rischio per la coesione sociale del territorio.
Non sono affatto comprensibili le finte aperture su porte socchiuse e spiragli, l’unico emendamento che deve passare in aula deve prevedere lo stanziamento di tutte le risorse necessarie per il comparto pubblico, per assunzioni, sicurezza, stabilizzazioni, ordinamento professionale, rinnovo contrattuale.
Probabilmente dal 4 dicembre Fugatti comprenderà meglio di cosa stiamo parlando, avendo sin troppo tirato la corda – come piace dire a questa giunta come fosse a una fiera paesana anziché al governo di un’autonomia speciale che sta dando la peggiore prova di sé nella storia – sino a spezzarla del tutto, costringendo donne e uomini dedite al proprio lavoro con spirito di abnegazione assoluto e alto senso del ruolo del proprio lavoro a prove di forza inusitate in un periodo di ancora grave emergenza del Paese.