Assegno universale. Mettere in sicurezza il welfare familiare della Provincia
Cgil Cisl Uil Acli: se la misura nazionale non sarà integrabile con quella locale a rimetterci saranno le famiglie, ma soprattutto le casse di Piazza Dante
L’assegno unico universale è ormai in dirittura d’arrivo. Oggi il Consiglio dei Ministri approva il decreto attuativo che darà il via alla misura per le famiglie italiane a partire da marzo 2022. Un passo avanti importante per il Paese che rischia, però, di tradursi in un aggravio di costi per le casse provinciali. Ad oggi non è chiaro se nella bozza di decreto che è all'ordine del giorno della riunione del Governo, ci sia traccia di una clausola che renda gli interventi provinciali di Trento e Bolzano integrativi rispetto a quelli statali, permettendo quindi di scomputarli dalle dichiarazioni Isee. Se così fosse sarebbe una beffa di cui pagherebbe il conto la comunità trentina. “Da quasi due anni sollecitiamo l’assessora Segnana ad aprire un confronto con le nostre organizzazioni a livello locale per fare fronte comune a Roma affinché vengano accolte le specificità dell'Autonomia - spiegano i segretari di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi Walter Alotti e il presidente delle Acli trentine Luca Oliver -. Purtroppo questo confronto non c'è mai stato. Confidiamo però che con un ultimo scatto di reni la Giunta riesca, anche grazie alla compagine parlamentare trentina, a salvaguardare a Roma il welfare familiare trentino”.
In buona sostanza se non sarà prevista nel decreto una norma che stabilisce l’integrazione tra i due strumenti le famiglie trentine che oggi hanno l’assegno unico avranno una provvidenza statale più bassa perché il sostegno provinciale inciderà sul reddito ai fini del calcolo Isee. Allo stesso modo la Provincia sborserà più soldi, azzerando il possibile effetto di efficientamento di spesa che sarebbe potuto derivare dalla piena complementarietà con l’assegno universale. “In buona sostanza, senza una norma di salvaguardia, ogni euro che la Provincia investe sulle famiglie si traduce in un risparmio per lo Stato. Così si penalizza il nostro welfare e invece di avere maggiori risorse per ampliare gli strumenti, ne abbiamo meno. Confidiamo davvero che tutto ciò non accada”.
Cgil Cisl Uil Acli sono scettici anche su eventuali correttivi inseriti nella prossima legge finanziaria provinciale. “Eventuali interventi normativi provinciali rischiano di essere inefficaci se non coordinati con le norme nazionali. Per questa ragione continuiamo ad insistere perché si trovi una soluzione politica a Roma”, concludono i tre segretari generali e il presidente della Acli.
18 novembre 2021