NEWS

Finanziaria. Manovra insufficiente su fisco e svolta sostenibile

Cgil Cisl Uil oggi in I Commissione: manca una strategia lungimirante per il futuro del Trentino. La Giunta non mantiene gli impegni ed evita ogni confronto

Finanziaria. Manovra insufficiente su fisco e svolta sostenibile

Una manovra con poco coraggio e scarsa visione. Che non mette in campo nessuna vera accelerazione sulla svolta ambientale e che non prevede modifiche significative sulle politiche fiscali, a vantaggio di famiglie, lavoratori e pensionati. E’ questo in estrema sintesi il giudizio che Cgil Cisl Uil hanno dato della legge di stabilità questa mattina, questa mattina durante l’audizione in I Commissione. Le tre sigle hanno stigmatizzato anche il metodo dell’Esecutivo basato, ormai è evidente, sul rifiuto di ogni confronto con le parti sociali. “Il Governo provinciale non intende condividere una strategia per il futuro del Trentino né negli obiettivi di breve periodo per l’uscita dalla crisi economica che nel corso del 2020 ha provato una caduta del Pil di quasi il 10%, né in quelli di più lungo respiro. Anzi il presidente Fugatti si è rimangiato ripetutamente la promessa di aprire un confronto con tutte le forze sociali”, hanno ribadito davanti ai consiglieri i tre segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti.

Una scelta che cozza con la complessità delle sfide che il Trentino ha davanti. A cominciare dalla rivoluzione ambientale su cui Cgil Cisl Uil si sarebbero attesi, già da questa manovra, maggior coraggio vista l’urgenza che hanno per il Trentino un modello di sviluppo sostenibile accanto ad un piano di manutenzione straordinaria per gestire la fragilità del territorio. “Purtroppo sul bilancio in discussione oggi non ci sono le risorse necessarie a far fronte ad un impegno così gravoso e tutto è rimandato alla fase di attuazione del Pnrr nella speranza che i Ministeri competenti finanzino almeno parzialmente i progetti di messa in sicurezza del territorio”.

Al contrario il Trentino dovrebbe anticipare le strategie internazionali per arrivare ad essere un territorio a zero emissioni, anticipando risorse pubbliche e private per sostenere modelli produttivi più sostenibili e favorire la riconversione ecologica. Nulla di tutto ciò pare essere prioritario per la Giunta. Così come non sembra esserci una strategia di lungo termine per gestire anche gli effetti che la transizione ecologica produrrà, inevitabilmente, sull’occupazione. E anche per questa ragione che i sindacati hanno ribadito la necessità di rafforzare le politiche attive e passive del lavoro, mettendo le mani avanti di fronte a qualsiasi idea di abbandonare il sistema di ammortizzatori sociali per investire solo sulle politiche attive. “Politiche passive e politiche attive vanno entrambe potenziate e meglio coordinate per far sì che gli strumenti di protezione sociale e di sostegno al reddito siano funzionali all’attivazione sul mercato del lavoro grazie al supporto dei servizi per l’impiego”. Un obiettivo perseguibile solo potenziando le risorse umani dei centri per l’impiego come avverrà nel resto d’Italia.

Altro capitolo che ha suscitato parecchie perplessità è la questione fiscale. Anche su questo fronte la manovra non mostra sufficiente coraggio, a differenza della vicina provincia di Bolzano che abbandonerà la aliquote agevolate Irap aumentando il gettito per le casse pubbliche. Nella manovra trentina invece non c’è selettività per gli sgravi fiscali alle imprese e manca una strategia per contrastare elusione ed evasione fiscale.

Sul piano fiscale non arrivano nemmeno risorse per le fasce più deboli della popolazione: la Giunta infatti non ripristina le agevolazioni fiscali Irpef per i redditi medio-bassi.

Su questo fronte, al contrario, Cgil Cisl Uil hanno proposto una più consistente deduzione del reddito di lavoro femminile a fini Icef per garantire alle famiglie in cui almeno due persone lavorano agevolazioni nell’accesso ai servizi.

Prioritari restano anche i capitoli della formazione, del potenziamento del welfare per le famiglie, a cominciare da una vera politica della casa con la realizzazione di nuovi alloggi di edilizia sociale e agevolata. Servono anche più risorse per la prevenzione sanitaria, la medicina territoriale e l’integrazione socio-sanitaria.

Infine il tema della riforma istituzionale, che dovrebbe vedere la luce entro i primi mesi del 2022. Cgil Cisl uil hanno insistito sulla necessità di innovare, semplificandolo l’assetto istituzionale, anche per accompagnare con un sistema pubblico efficiente il piano di rilancio economico. Un mosaico in cui però manca una tessera fondamentale: la valorizzazione del personale.

Anche questo bilancio non porterà il rinnovo del contratto per i dipendenti del sistema pubblico trentino, della scuola e della sanità. Un voltafaccia che lascia i dipendenti della Pubblica amministrazione trentina, unici in tutta Italia, senza il rinnovo del contratto collettivo di lavoro per il triennio 2019-2021. Il tutto mentre oggi l’Autonomia gode di maggiori risorse rispetto a quanto si prevedeva all’atto della stipula dell’accordo”, hanno concluso Grosselli, Bezzi e Alotti.

IN ALLEGATO IL DOCUMENTO CON LE OSSERVAZIONI ALLA LEGGE DI STABILITà PROVINCIALE

 

 

 





Trento, 15 novembre 2021

Allegati

 

 

TORNA SU