Un sindacato aperto per vincere insieme le sfide future
All’assemblea organizzativa della Cgil il segretario Grosselli traccia la linea per i prossimi anni. Al centro rafforzamento dell’unità sindacale, disponibilità a costruire un’azione comune con mondo delle imprese, attori sociali e conoscenza
Il futuro non si costruisce da soli. Serve un’azione comune per ricostruire l’Italia e il Trentino dopo le macerie lasciate dalla pandemia, rafforzando una crescita economica che deve essere equa e sostenibile, migliorando il lavoro, riducendo le disuguaglianze sociali. E anche creando le condizioni per gestire sfide enormi come il cambiamento climatico, la transizione digitale, il calo demografico. Sfide di fronte alle quale il sindacato deve continuare ad impegnarsi. Ma non da solo. Non è più tempo di narrazioni al singolare né di scelte autoreferenziali. Serve costruire una forte unità di azione. In questo quadro la Cgil dovrà aprirsi con più determinazione all’esterno. E’ questa la linea tracciata stamattina dal segretario generale Andrea Grosselli durante l’assemblea di organizzazione della confederazione che si è svolta al teatro comunale di Pergine.
Al centro del suo intervento la costruzione di una nuova unità. A partire da quella sindacale. “Troppe volte credo diamo per scontato che questa unità organizzativa non sia percorribile, quando a mio avviso è una scelta improcrastinabile se davvero si vogliono vincere le sfide che il mondo del lavoro ha dinanzi a sé”
Grosselli ha, dunque, sottolineato la necessità di aprire un dialogo concreto con le organizzazioni datoriali, a cominciare da Confidunstria. “La Confindustria di Bonomi a Roma e quella di Manzana a Trento che oggi sembrano lanciare timidi segnali nel sostenere l’idea di un patto per lo sviluppo, vanno sfidate immediatamente a scoprire le carte. Per farlo dovremmo condividere sui luoghi di lavoro una piattaforma rivendicativa confederale e andare al confronto sapendo anche mobilitare i settori che fanno riferimento all’associazione di viale dell’Astronomia e di viale Degasperi, se necessario”.
Il segretario di Via Muredei ha dunque rivendicato l’impegno speso in questo ultimo anno insieme a Cisl e Uil per arrivare ad un patto per definire le priorità per un piano di riforme condiviso con le forze sociali, quelle economiche, le istituzioni locali, il terzo settore e il mondo della conoscenza. Un impegno che ad oggi si è scontrato se non con l’indisponibilità, almeno con l’indifferenza. “Ad oggi quella proposta è rimasta lettera morta, per l’inerzia del Coordinamento provinciale degli imprenditori e per il silenzio di una Giunta provinciale non solo refrattaria al dialogo sociale ma programmaticamente contraria ad ogni tipo di riforma. Una Giunta che accusa il sindacato di essere pregiudizialmente ostile, mentre mette in atto politiche retrograde e discriminatorie sulle questioni di genere, sui diritti civili, sui migranti, sulla tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori. Il superamento della doppia preferenza, l’abolizione dei percorsi educativi sull’identità di genere, l'esclusione di molte famiglie straniere dal bonus bebè e la ritrosia a sostenere una legge sulla rappresentanza e contro i contratti di lavoro pirata sono lì a dimostrarlo”, ha sottolineato.
L’occasione storica di rilanciare la crescita italiana e trentina offerta dall’Unione europea mettendola su binari solidi in termini di sostenibilità ambientale ed equità sociale impone al sindacato di non arrendersi. Anzi è tempo di cambiare. “E’ questo il momento giusto per ripensare il sindacato e la sua organizzazione e per provare con umiltà ad adattare a questi tempi difficili la missione storica di rappresentare, organizzare e tutelare le lavoratrici ed i lavoratori, le pensionate e i pensionati, i giovani ed i disoccupati. Un sindacato confederale più europeo, più unito, più vicino ai luoghi di lavoro ed ai territori”.
Concludendo Grosselli ha fatto appello all’ambizione e al coraggio che è chiamata a mettere in campo anche la Cgil. A Trento come a Roma.
Un futuro non molto lontano farà emergere nuove contraddizioni. Si pensi all’impatto delle trasformazioni tecnologiche, ai cambiamenti climatici e alla transizione ecologica. Gli effetti di questi cambiamenti potranno essere dirompenti dentro il mondo del lavoro e nella società. “Non possiamo permettere che le grandi diseguaglianze che caratterizzano questa lunga fase del sistema capitalistico, si riproducano tout court dentro l’emergenza ambientale impoverendo interi popoli o scaricando i costi sulle classi meno abbienti. Vediamo già oggi come questo pericolo sia una realtà se partiamo dagli effetti sulle famiglie dei rincari dell’energia e delle materie prime. Dobbiamo semmai sfruttare l’occasione di questa crisi che bussa alle nostre porte per reclamare a livello globale un modello di sviluppo realmente inclusivo e giusto. A questo serve il nostro sindacato”.
Nella prima parte della giornata all’assemblea di organizzazione sono intervenuti la segretaria generale della Cgil-Ageb, Cristina Masera, i segretari generali di Cisl e Uil del Trentino, Michele Bezzi e Walter Alotti, il presidente di Agenzia del Lavoro, Riccardo Salomone e il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer.
Sono state inoltre presentati i risultati dell’indagine “Il sindacato e la sua base” che ha descritto l’evoluzione del tesseramento della Cgil del Trentino. La ricerca è stata condotta dal professor Paolo Barbieri con il dottor Lorenzo Bernabei della Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento.
Ai delegati e alle delegate è stata proposta anche una fotografia dei cambiamenti demografici in provincia di Trento grazie all’analisi condotta dalla professoressa Agnese Vitali che ha descritto i cambiamenti che hanno riguardato la popolazione trentina nell’ultimo ventennio.
Trento, 28 ottobre 2021