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Scuola Infanzia in affanno. Servono risposte urgenti

La preoccupazione di CGIL CISL e SATOS : su carenza di personale, copertura del sostegno e numero di bambini per classe. Basta prendere tempo. Senza soluzioni condivise rischia di scomparire un modello positivo

Non è un vero e proprio grido d’allarme, ma sicuramente è alta la preoccupazione tra i sindacati CGIL CISL e SATOS per la situazione di criticità in cui versa il sistema della scuola dell’infanzia trentina. I nodi irrisolti, che rischiano di mettere in difficoltà un modello positivo di scuola, sono stati posti oggi all’attenzione dell’assessore Bisesti nel corso di un incontro chiesto da CGIL CISL e SATOS
Il confronto non ha portato a nessuna risposta concreta, ma l'Assessore Bisesti e vertici del Dipartimento hanno almeno assunto l’impegno ad affrontare nel concreto le questioni in un prossimo appuntamento, già fissato per il 4 novembre
Sul tavolo la difficoltà di reperire personale con le graduatorie ormai esaurite e il ricorso sempre più marcato a personale senza titoli specifici per coprire le carenze, il problema grave della copertura del sostegno che lascia oggi molti bambini e bambine senza il necessario supporto, la questione del numero di alunni per sezione che i sindacati chiedono da tempo di ridurre per migliorare la qualità dell’offerta didattica, le risorse economiche sia per il personale e il rinnovo contrattuale sia per la struttura organizzativa.
“I problemi sono noti da anni e se possibile sono peggiorati anche perché non c’è stata fino a questo punto nessuna volontà di affrontare la questione per costruire soluzioni – hanno lamentato Bianca Francesconi di Flc Cgil, Stefani Galli di Cisl scuola e Ennio Montefusco di Satos -. Passano mesi prima di avere un incontro e comunque si ci limita a confronti interlocutori. Non possiamo attendere la prossima legislatura mentre la scuola dell’infanzia si svuota di personale e competenze”.
Su due punti le tre sigle sindacali sono state nette: negli ultimi anni la scuola dell’infanzia ha perso attrattività e le persone che ottengono il titolo universitario preferiscono puntare sull’insegnamento nella scuola primaria, meglio retribuito, con contratti a tempo determinato retribuiti su 12 mesi. “Al contrario nell’Infanzia c’è il problema di incarichi a tempo ridotto, l’impossibilità di sottoscrivere completamenti di ore tra scuole diverse, una distribuzione dei circoli didattici poco funzionale rispetto all’ampiezza dei territori di riferimento – hanno sottolineato i sindacalisti -. Tutti temi su cui la Provincia potrebbe intervenire per favorire il reclutamento di personale formato. E invece non lo fa”.
Accanto a questo c’è il problema di una carenza di domanda di lavoro. “Servirebbe un corso di laurea in Trentino che formi personale per le scuole dell’infanzia. E serve particolare attenzione al sostegno. Manca personale con adeguati titoli e i bambini più fragili pagano un prezzo iniquo”.
Su tutto resta poi il tema della riforma della legge 13/77 quella che ha istituito la scuola dell’infanzia in provincia. “E’ chiaro a tutti che quella legge necessita di una revisione – hanno messo le mani avanti i sindacalisti -, ma non accetteremo scelte calate dall’alto che snaturino il senso della scuola dell’infanzia”. In altri termini, anche alla luce della sperimentazione del prolungamento estivo, Flc, Cisl scuola e Satos hanno ammesso di essere consapevoli del fatto che i bisogni delle famiglie siano cambiati, che ci sia maggiore esigenza di servizi conciliativi. “Siamo pronti a discuterne, ma ogni riflessione nella fascia 0 – 6 non potrà che partire dai bisogni dei bambini e delle bambini e dalla valorizzazione delle professionalità oggi presenti nelle scuole dell’infanzia, da una chiara identificazione e specificità della scuola dell'infanzia ”, hanno concluso Francesconi, Galli e Montefusco.

 

Trento, 19 ottobre 2021

 

 

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