Sanità. Pensionati: riforma vaga e scarse certezze sulla domiciliarità delle cure
Spi, Fnp e Uilp: serve maggiore confronto e serve avviare concretamente lo Spazio Argento
“La riforma sanitaria delineata dalla Giunta è eccessivamente vaga. Ad oggi mancano risposte sufficienti sul piano della medicina territoriale, la nuova organizzazione appare sbilanciata sui presidi ospedalieri e c’è poco sulle cure domiciliari. Sembrano assenti anche innovazioni sufficienti sul tema della prevenzione e della gestione dei cronicismi soprattutto per la popolazione anziana, destinata a crescere nei prossimi anni”. Lo affermano i segretari generali dei sindacati dei pensionati e delle pensionate di Cgil, Cisl e Uil, Spi, Fnp e Uilp. Per Ruggero Purin, Tamara Lambiase e Claudio Lucchini l’Esecutivo si è dimostrato indisponibile a costruire un confronto concreto al fine di migliorare la situazione sociosanitaria. La conferma arriva anche oggi con il parere negativo espresso dalla IV Commissione, di cui l’Esecutivo non può non tener conto.
C’è anche scarsa chiarezza sulle risorse economiche che verranno investire sul nuovo progetto e l’Esecutivo non sembra delineare nemmeno soluzioni sul grave problema della carenza di medici, soprattutto di medicina generale, ed di infermieri. “E’ tutto eccessivamente generico. La Giunta ha avuto troppa fretta e ha consentito uno scarso confronto su un tema che è invece cruciale per il benessere della nostra comunità. La pandemia ha dimostrato, in modo drammatico, quanto sia importante avere un servizio sanitario capillare e cure domiciliari – sostengono i tre segretari -. Non vorremmo che il ragionamento fatto fino a questo punto fosse finalizzato soprattutto a risparmiare risorse”.
E proprio sul tema delle risorse che Spi, Fnp e Uilp puntano il dito contro la scelta, operativa ormai da gennaio 2021, di tagliare l’esenzione dell’addizionale regionale Irpef ai redditi tra i 15mila e i 20mila euro. “Ci hanno spiegato che questa rimodulazione dell’esenzione ha permesso un risparmio di 6 milioni di euro, ma non si può far quadrare i conti pubblici alzando le tasse alle persone che hanno redditi già bassi”.
E’ grave inoltre che a fronte di una tale scelta non si sia manifestata un più robusto investimento per le fasce più in difficoltà. “Queste risorse devono essere investite in ambito socio-sanitario. A cominciare dall’avvio compiuto della riforma del welfare anziani, bloccata nel limbo da ormai troppo tempo”. Il 30 settembre, infatti, termina la sperimentazione, a Trento, Primiero e Giudicarie, dello Spazio Argento. Non ci sarà nessuna proroga e, ad oggi, non si sa che modello verrà messo a regime; né nei territori che hanno ospitato la nuova organizzazione né su tutto il Trentino. “La sperimentazione ha dato esito positivo, ma ad oggi non è dato sapere come la Provincia intenda procedere e questa situazione di totale incertezza danneggia le persone più fragili e le loro famiglie”, concludono Purin, Lambiase e Lucchini.
Trento, 25 agosto 2021