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Vaccinazioni COVID. «Dati preoccupanti. Serve un cambio di passo da parte di Apss e Provincia».

Il Trentino ultimo tra le regioni italiane per copertura completa della popolazione. «Ma in piazza Dante pensano a Vasco, mentre è a rischio la ripresa economica di interi settori».

All’ultimo posto in Italia per la copertura vaccinale a ciclo completo, al terzultimo dopo Sicilia e Provincia di Bolzano per la percentuale di popolazione immunizzata con una sola dose, con distacchi di oltre 10 punti percentuali rispetto alle regioni più virtuose, Lombardia, Lazio e Puglia. I dati raccolti da Agenas (l’Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali) e pubblicati dal Corriere della Sera sono impietosi: «Numeri allarmanti – affermano Cgil, Cisl e Uil – che possono pregiudicare la ripresa economica portando il Trentino a nuovi lockdown che risulterebbero esiziali per l’economia. La responsabilità di questa situazione di evidente ritardo nella campagna vaccinale ricadrà sui vertici dell’Azienda sanitaria e della giunta provinciale se non si fa qualcosa subito: di fronte ad una disponibilità non più così alta da parte dei cittadini bisogna reagire moltiplicando gli sforzi. Non si può restare a guardare come se nulla fosse perché questo rischia di pregiudicare tutti i sacrifici fatti fino a qui e gli sforzi dei tantissimi che hanno già aderito alla vaccinazione».

I segretari generali delle confederazioni – Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Cisl) – esprimono «forte preoccupazione»: «Dove sono queste sacche di mancata copertura vaccinale? L’Azienda sanitaria sia trasparente e fornisca dati certi, divisi per territori, così da poter intervenire immediatamente con campagne di sensibilizzazione mirate nelle realtà dove risulta più bassa la percentuale di copertura». Il timore è che siano proprio le valli a vocazione turistica ad avere il minor numero di popolazione vaccinata: «Se così fosse – affermano i segretari – questo potrebbe riverberarsi negativamente sulla promozione turistica, alle porte di una stagione turistica invernale che nelle speranze di tutti dovrebbe recuperare le gravi perdite della stagione scorse. Com’è possibile attirare i turisti con queste percentuali? Come si può pretendere il green pass per i vacanzieri che speriamo tornino a frequentare bar e ristoranti in Trentino quando non si è in grado di vaccinare la popolazione locale?».

È tempo di agire, per evitare il peggio: «L'autunno è alle porte e chi inizia l'immunizzazione oggi la completerà ad ottobre. Si smetta di pensare al concerto di Vasco Rossi, ci si concentri sull’emergenza in corso. Non bastano più le parole del governatore Fugatti e del direttore generale dell’Azienda sanitaria Antonio Ferro – incalzano i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil – perché le percentuali da fanalino di coda del Trentino non possono essere ascritte solo alla popolazione. Se i dati sono così da mesi, imbarazzanti e pericolosi, bisogna agire subito con una campagna ad hoc, puntuale e mirata ai territori e alle fasce di popolazione con minore copertura. Servono misure straordinarie e interventi capillari per recuperare il tempo perso, gravemente e irresponsabilmente, in questi mesi. Non c'è un minuto da perdere».

 

 

 

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